Prendo il giornale (on-line) e leggo che… hanno venduto l'area "fiera della Celadina"

Venduta l’area del parcheggio di Celadina, meglio nota come la zona Fiera di Celadina:

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/291122_norda/

http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/opinioni/12_agosto_10/celadina-grillo-luna-park-celadina-comune-speculazione-bergamo-2111390833795.shtml

http://www.bergamonews.it/cronaca/parcheggio-della-celadina-aggiudicato-6-milioni-e-800-mila-euro-163622

http://www.italianostrabergamo.org/palazzo_suardi.htm

Il comune di Bergamo ha venduto l’area parcheggio del quartiere Celadina che verrà edificata, e lo ha fatto per 7 milioni di euro. Tutti i bergamaschi hanno perso un’area parcheggio disponibile gratuitamente ma mai realmente valorizzata dai trasporti pubblici.

In bergamasca i trasporti pubblici sono economicamente funzionali per i pendolari – ATB e TEB in primis – ma non brillano per il servizio offerto, e non intendo riferirmi agli operatori, ma all’organizzazione delle linee per frequenza, orari di termine e costi per gli utilizzatori occasionali. Ragionando oggettivamente e attenendoci ai soli fatti abbiamo:

  • i treni dei pendolari diretti a Milano che detengono inequivocabilmente il primato per il servizio negativo, ma la Ferrovie dello Stato Spa è un’azienda statale con impronta privata, che non investe nei servizi quotidiani e certi come quello dei pendolari, ma si spinge verso l’alta velocità;

  • Atb (Azienta Trasporti Bergamo) ha i prezzi dei biglietti per i pullman troppo alti per gli utilizzatori occasionali delle aree poste alla prima periferia di Bergamo. Ma purtroppo cosa si può pretendere da chi riceve costantemente tagli sul proprio budget di spesa annuale? Negli anni la scelta dei nostri amministratori comunali, provinciali e regionali è stata quella di dire alle aziende pubbliche “sostenetevi con le vostre gambe”, ma la politica dimentica che si pagano tasse per avere servizi pubblici accessibili a basso costo, per cui “magari” andrebbe ridotto il peso di queste tasse per poter sostenere i costi delle aziende pubbliche con l’utilizzo dei loro servizi. Purtroppo su questi temi la stessa “politica” non sente, non vede e non spiega perché si facciano quelle scelte;

  • Teb, la cultura dei pendolari bergamaschi, per anni abituati alla macchina, sembra si scontri con l’uso delle Tramvie Elettriche Bergamasche non in termini di comodotà ma di risparmio. Se un abitante di Albino per arrivare a Bergamo deve spendere 2,70€ all’andata e 2,70€ al ritorno con l’acquisto del biglietto per la zona 5 (come riportato dal sito della Teb http://www.teb.bergamo.it/ITA/Default.aspx?SEZ=31&PAG=188) si può ben capire perché non utilizzi il mezzo pubblico che costa molto di più di una discesa in auto. Va da se che si preferisca raggiungere Bergamo in macchina e parcheggiare all’interno delle aree non a pagamento cittadine (Malpensata, Stadio e Lazzaretto, Valtesse, Boccaleone), perché con un utilitaria che fa i 15 kml si spendono circa 4,00€ di benzina tra andata e ritorno, oltre ad avere quell’illusoria libertà e comodità.

Sia per Atb che per Teb apprezziamo invece la soluzione a favore dei pendolari, per cui si offre un abbonamento ad oggi che resta imbattibile in termine di vantaggi, poco più di 2€ al giorno per la soluzione annuale valida tutti i giorni e che libera dall’ansia del parcheggio.

Ma se in parte le cose vanno per il verso giusto, perché vendere un’area parcheggio gratuita? Questa scelta ha sicuramente delle motivazioni, ma ad un primo sguardo non si può evitare di pensare al negativo e i vecchi dicevano che “su certe cose a pensar male non si sbaglia”. Abbiamo parlato negativamente di questa vendita, critichiamo in parte quest’organizzazione del servizio pubblico – ribadendo il discorso frequenza e orari – e lo facciamo perché noi tutti perdiamo un’area parcheggio fondamentale per l’alleggerimento del traffico cittadino occasionale che non può essere sostituito con l’abbonamento ai servizi pubblici. Un’area che avrebbe potuto rendersi utile anche per il miglioramento del servizio dei trasporti cittadino se si fosse previsto un semplice piano navette per il centro.

Con questa vendita si apre anche un nuovo sentiero per cui le aree parcheggio gratuite possono diventare oggetto di bilancio, non perché produttrici di spesa, ma perché svendibili per rimpinguare delle casse comunali che soffrono oggi dei tagli di questi ultimi anni, e che in futuro avranno altri problemi.

Costruire logiche di riduzione della spesa utili tipo: tagliare costose consulenze esterne, riconsegnare le giuste mansioni ai dipendenti comunali e fare tagli sugli sprechi illogici – spese  sulla carta e per la carta riducibili attraverso il potenziamento della rete informatica e degli  altri strumenti che abbiamo a disposizione, sistemazione per la messa in sicurezza di un teatro comunale di recente costruzione che doveva essere perfetto sin dalla sua nascita, parcheggi in città alta di cui non si sentirebbe il bisogno se fossero attivi servizi di trasporto pubblico meglio strutturati e sostenuti economicamente, campagne pubblicitarie di scarso interesse che potrebbero essere sostituite da altre soluzioni decisamente più economiche – è fare azione politica lungimirante ma anche difficoltosa.

Purtroppo la classe politica è figlia dei nostri tempi e sembra non abbia voglia di vedere il futuro ma solo il presente o al massimo il futuro prossimo, alle elezioni.

Numerosi sono i cittadini che richiedono di non cementificare ulteriormente una città e una provincia fortemente provate dalla campagna di edificabilità di terreni, che negli anni hanno mangiato bellissime aree agricole, collinari o montane come evidente a Almenno San Bartolomeo, Albino, Alzano Lombardo, Cividate al Piano, Clanezzo, Cologno al Serio, Gorle, Nembro, Pedrengo, Ranica, Romano di Lombardia, Scanzorosciate, Seriate, Torre De Roveri, Torre Boldone, Ubiale – per citarne alcuni – facendoci assistere ad un vero e proprio scempio cocretizzatosi con la proliferazione sia di capannoni, rimasti in parte vuoti, che di nuovi quartieri residenziali non totalmente abitati.

La via dell’edilizia dovrebbe passare attraverso la ristrutturazione dell’esistente non attraverso la distruzione del verde.

Vendere aree pubbliche, incassando dei soldi che sistemeranno momentaneamente il bilancio comunale, per poi occupare in futuro del verde in altre parti della città, con la spesa di altri soldi pubblici pari a quelli incassati – e purtroppo ne siamo certi vista la capacità di pagare tutto in modo eccessivo quando si parla di pubblico – dimostra che incassare oggi, per sperperare in futuro, non è politica, è solo “fare” senza logica.

I nostri timori non sono infondati, ma nascono da quanto ipotizzato in questo articolo http://bergamo.corriere.it/bergamo/notizie/cronaca/12_agosto_21/celadina-giostre-luna-park-comune-bergamo-2111512046308.shtml -.

Incassare dei soldi per un area parcheggio, attrezzata per diventare polo attrattivo in occasione delle diverse manifestazioni che si svolgono – per cui si incassano i soldi dell’occupazione del suolo pubblico – certo risanerà le casse comunali per il 2012 ma violenterà le voci di spesa sul 2013 e per il 2014, e mentre lo si scrive si ammette che si sta andando oltre la semplice vendita dell’area, perché analizzando i fatti oggettivamente si possono prevedere le conseguenze che ne nasceranno.

L’amministrazione comunale ha di certo ha valutato il parcheggio adiacente all’area venduta – quello del mercato ortofrutticolo – come sufficiente per l’utilizzo che ne verrà fatto, dimenticando che avrebbe potuto costruire un accordo con ATB, di cui è tra l’altro azionista, per creare un progetto innovativo per Bergamo che permettesse di valorizzare proprio quell’area. Creando un servizio navette con orari precisi, si sarebbero incrementate le entrate dell’Azienda Trasporti Bergamo – lavorando così sui biglietti e non sull’affitto degli spazi parcheggio – e non si troverebbe aperta la questione dei giostrai che reclamano per primi un’altra area per la FIERA DI CELADINA, che diverte i più piccoli e crea introiti.

Abbiamo valutato la portata della lamentela dei giostrai, analizzandone sia i risultati positivi che nascerebbero dallo spostamento delle fiere cittadine e ammettiamo che si avrebbero meno schiamazzi, maggiore controllo sui parcheggi selvaggi, oltre che un supporto al settore edile fortemente in crisi, ma anche gli effetti negativi creerebbero contrasti evidenti con due macroscopiche realtà: cementificazione di un’altra area verde – ipoteticamente individuata sulla Via Lunga – e ripetiamo la spesa di soldi pubblici per la sua creazione.

Certo siamo in crisi e non si possono perdere gli introiti di ottantacinque famiglie e dei lavoratori a loro collegati, pari a un numero complessivo di duecentocinquanta addetti che lavorano nel settore giostre, e nemmeno si può chiudere un occhio sul settore edilizia sperando che la crisi venga superata in modo “omeopatico” solo perché è ciclica e quindi passa da sola; però svendere aree e prepare i presupposti per altra cementificazione, senza basarsi sul concetto di ristrutturazione o eliminazione di altre aree cementificate e pessimamente ridotte a seguito di speculazioni di ogni genere, non è politica ma “fare” in malo modo un azione che si vorrebbe producesse effetti positivi.

Tutti questi ragionamenti fatalmente si basano sempre e solo sul flusso di denaro, che a malincuore dobbiamo dichiarare unico e vero vincitore di qualsiasi questione di interesse collettivo, perché anche se passa di mano dove va resta al centro dell’attenzione.

 

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