"Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più!" (Quinto Potere, 1976)

“Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”

(Sidney Lumet, “Quinto Potere” 1976)

Quando pensiamo alla cultura non ci riferiamo a ciò che si può apprendere studiando i testi scolastici, ma ci immaginiamo ciò che potrebbe scaturire dai contatti con la gente. Quando si sente parlare di cultura, si sente fare sempre riferimenti ad oggetti e non a incontri fra individui.

Dai titoli del giornale cittadino scopriamo che qui da noi, a Bergamo, all’interno di un parco – il luogo più adatto per gli incontri fra le persone – un lettore di libri sia stato allontanato perché leggeva, da solo.

Senza aver letto l’articolo abbiamo fatto delle ipotesi, ma erano tutte sbagliate. Abbiamo ironizzanto, pensando che quel giorno si fosse compiuta un’azione di tutela per il debellamento di una cellula del Fronte Rivoluzionario Grammaticale Italiano (il temibile F.Ri.Gr.I.), che da sempre cerca di portare l’odiato idioma italico all’interno dei parchi bergamaschi, ma non si può sempre scherzare, per cui ad un certo punto non ci è restato nient’altro da fare che analizzare i fatti leggendo l’articolo:

http://www.ecodibergamo.it/stories/Cronaca/300290_legge_un_libro_cacciato_dal_parco__vietato_agli_adulti_senza_bimbi/

Da ciò che è stato scritto si scopre che “il lettore” è stato allontanato grazie ad un’ordinanza comunale che ad oggi impone, per quello specifico parco, la sola presenza di adulti accompagnati da bambini.

Inizialmente c’è stata una reazione stupita, a cui è seguito un chiaro senso di indignazione, a sua volta accompagnato da due riflessioni leggere sulle motivazioni dell’ordinanza e infine si è chiuso il ciclo con una considerazione superficiale con reazione di ammiccamento e approvazione.

Oggettivamente questa cosa potrebbe avere anche un suo valore positivo visto il tema di prevenzione, ma in realtà diventa grottesca per l’azione restrittiva che ne scaturisce, tant’è che dopo aver reagito superficialmente, abbiamo preso seriamente in considerazione le motivazioni ricavandone alcune deduzioni: SE quest’azione la si deve vedere come una bella iniziativa di tutela, si è obbligati ad ammettere il suo scontro frontale con un’enormità di contraddizioni altrettanto reali, di cui la migliore è: l’amministrazione comunale vuole candidare Bergamo a Capitale Europea della Cultura nel 2019 e per farlo meglio capire ai propri concittadini espelle i lettori di libri che si rilassano nei parchi pubblici perché non accompagnati dai bambini.

Abbandonandoci per qualche istante al gioco dell’associazione di immagini scopriamo di avere questi “soggetti” con cui sbizzarirci: parco, lettore, espulsione, bambino che evita l’espulsione, e lavorando sul paradosso, con molta amarezza ci immaginiamo cosa potrebbe succedere in futuro:

un giorno si potrebbe arrivare ad avere un lettore che prima di andare al parco si fa prestare il bambino dai vicini per portarlo a giocare. Questo simpatico e finto baby-sitter una volta dentro al parco a lui altrimenti proibito, “sguinzaglia” il bambino con due pseudo raccomandazioni veloci e si abbandona sulla panchina dimenticandosi di tutto. In questo scenario l’ordinanza comunale sarebbe rispettata, il decoro mantenuto, la lettura salvata e la pedofilia  non combattuta, ma il bambino? Per Dio, per quello c’è la madre, che domanda!

Per fortuna abbiamo solo giocato con il paradosso perché sono i genitori che portano i figli a giocare al parco, però nel pensare a quest’assurdità ci siamo anche chiesti se a questo punto per prevenire non sarebbe meglio avere la presenza di un tutore delle forze dell’ordine che presidi un parco a rischio, piuttosto che l’esistenza di un’ordinanza di questo tipo, ma forse la presenza di un poliziotto, o un vigile, o un carabiniere non sortisce il giusto effetto.

In realtà i risultati positivi sarebbero molti: per gli amanti della visione lavorativa si creerebbe un posto di lavoro in più in tempo di crisi; per i tutori della legge e dell’ordine diciamo che ci sarebbe una maggiore garanzia per mamme, bambini e ragazzi adolescenti; per gli amanti delle analisi territoriali diciamo che così si conoscerebbe meglio l’area urbana; per gli interventisti sottolineiamo la  prevenzione di un eventuale attacco “pedofilo” all’interno del parco; infine, per i ragionieri, diciamo che si risparmierebbero un sacco di soldi in telecamere, riunioni delle giunte comunali, interventi dei vigili e altro ancora; ma questa è logica, e si sa che la logica “cozza” con la visibilità mediatica, inoltre c’è la crisi.

Tra patto di stabilità, il blocco delle assunzioni, i tagli orizzontali del personale comunale (per orizzontale si indica un livellamento verso il basso della presenza numerica di personale senza nessuna logica organizzativa), la manovra, la manovra correttiva, la manovra implementativa, l’I.M.U., il consulente di turno che fa un lavoro di un impiegato “epurato” e che costa tre volte tanto, l’ospedale cittadino costruito su un acquitrino, le strade non asfaltate, un consigliere comunale in odore di corruzione e la Street Parade, capiamo che effettivamente l’urgenza e l’attenzione tecnico-legale a livello cittadino non sia diretta verso un tema così delicato e socialmente destabilizzante come quello della pedeofilia, ma nonostante tutto non si riesce ancora a giustificare la leggerezza con cui si è arrivati all’allontanamento dal parco.

“Forse” sarebbe stato meglio ammettere gli errori (umani) commessi che possono verificarsi quando si lavora (ospedale e tagli di personale), lasciar perdere polemiche propagandistiche (Street Parade), eliminare gli elementi “marci” dell’amministrazione e con la mente lucida occuparsi della tutela degli indifesi: i bambini.

La pedofilia è un problema oggettivo e bisogna parlarne, e ogni problema, una volta rilevato, lo si affronta seriamente.

Facendo questo tipo di intervento di dialogo “culturale” si attuerebbero la lotta alla pedofilia, la lotta alla corruzione, la lotta all’evasione, la lotta al razzismo e la lotta alla MAFIA! Infine, e sopratutto, si realizzerebbe un’insperata crociata contro l’ignoranza, che non costerebbe vite umane ma constaterebbe aperture di cervelli.

Sappiamo, nel dire questo, che il mondo non cambia velocemente, anzi ci vuole pazienza, per cui bisogna fare molte piccole azioni che inizino a introdurre il cambiamento, così partendo con il racconto di quest’episodio, legato ad un parco cittadino in cui i lettori solitari sono un elemento di pericolo, in una città che si prefigge di prevenire il pericolo della pedofilia e che vuole essere capitale Europea della Cultura, si arriva a furia di parlare di piccoli atti anche a Roma, da sempre caput mundi di tutto: religione, affari, politica, cultura.

Nella città eterna di oggi, illuminati banchieri vogliono abbattere un po’ di cultura. La motivazione? Valla a capire! Giocando con l’ironia si potrebbe dire: “Roma rinuncia alla cultura? Be’, dai.. dopotutto ce né anche troppa in un’unica città! Ci lamentiamo perché ne eliminiamo un po’.. ma dai! I problemi sono altri! C’è la crisi!” ma questo è un gioco che crea un sorriso velato dall’amarezza, perché mentre noi stiamo solo giocando con delle parole qualcuno le cose le sta facendo seriamente, tant’è che oggi si ha “la questione Cinecittà.”

Il luogo della storia cinematografica italiana per qualcuno deve diventare uno spazio morto della cinematografia, dove al posto di magazzini e set si avranno hotel di superlusso, centri benessere, eventuale centro commerciale, area parcheggi e museo della cinematografia italiana. Perché? Perché se una cosa la distruggo, non essendo un affare redditizio per me, poi la ricordo con un bel museo, così mentre ci guadagno speculando mi salvo almeno la faccia.

Per approfondire quest’argomento rimandiamo ad un articolo che dettaglia correttamente la situazione e invitiamo gli interessati a contattare l’associazione ART9, dove il presidente Enzo De Camillis è impegnato da anni a difendere questo patrimonio culturale nazionale, sottoponendosi anche all’esposizione diretta verso minacce e possibili ritorsioni.

http://www.articolo21.org/2012/07/cinecitta-il-cinema-made-in-italy-rischia-di-scomparire/

Il titolo di questo articolo, il link che rimanda ad uno spezzone del film “Quinto Potere”, i due articoli riportati non vogliono fare arrabbiare nessuno ma solo creare spunti per la riflessione.

Noi siamo a totale favore della cultura, perché fu, è e sarà sempre un incontro di persone e uno stimolo, sia per le generazioni che vivono il presente che per quelle che faranno il futuro.

Ora bisogna difenderla e cambiare le brutte abitudini che abbiamo lasciato nascere.

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