Errors of the human body (2013) del tedesco Eron Sheean

Errors of the human body (2013) del tedesco Eron Sheean, un inquietante thriller ambientato nel mondo della ricerca genetica.

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Intorno al film

Mentre le sale cinematografiche presentano un panorama abbastanza desolante, fra commedie più o meno demenziali e americanate da videogame, è un piacere scoprire che da qualche parte si fa ancora vero cinema, e al contempo è una delusione rendersi conto di come queste opere rimangano semi-nascoste. È il caso, per esempio, del tedesco Errors of the human body (2013) di Eron Sheean: presentato per la prima volta in Italia al TOHorror Film Fest, è un thriller ambientato nel mondo della genetica, un film duro, inquietante e ricco di implicazioni etiche. Proprio al suddetto festival, ha ricevuto una menzione speciale “Per essere riusciti a inculcare sottopelle il virus dell’ossessione evocando, e rielaborandoli, paure e orrori degni del Maestro Cronenberg”.

La vicenda

Geoffrey Burton (Michael Eklund) è un ricercatore americano che, dopo aver perso il figlio appena nato a causa di una rara malattia, ha deciso di dedicarsi interamente agli studi di genetica. Contattato da un laboratorio di Dresda, in Germania, ha l’occasione per portare avanti i suoi studi: qui, viene a sapere che una sua ex allieva ha scoperto un gene in grado di rigenerare i tessuti cellulari. Ma anche un altro scienziato ha messo gli occhi sulla formula, e in segreto sta portando avanti alcune sperimentazioni sui topi: apparentemente con successo, ma in realtà con terribili effetti collaterali, che Burton scopre a sue spese quando viene morso da una cavia.

Narrazione e stile

Quanto detto dalla giuria del TOHorror riassume in nuce l’essenza e l’atmosfera del film: alla base di Errors of the human body sembra esserci (e magari c’è davvero) il cinema di David Cronenberg, in particolare le prime opere del visionario regista canadese. La sua ossessione primaria è proprio il corpo umano, il virus, il “corpo estraneo” che si insinua in un organismo e lo trasforma in qualcosa d’altro: questi sono i temi fondamentali dei suoi capolavori, come Il demone sotto la pelle, Scanners, The Brood, Videodrome, La mosca, inquietanti e ricchi di implicazioni esistenziali. Naturalmente, Eron Sheean non è Cronenberg, non ha la sua potenza visiva, ma in qualche modo va anche oltre: se il geniale David mette in scena un orrore corporeo e psicologico virato in senso fantascientifico e soprannaturale, Errors of the human body è invece terribilmente reale; anche se le situazioni descritte in certi momenti vanno oltre la scienza e oltre la realtà (così dev’essere il cinema, altrimenti sarebbe documentario), il film si insedia nel territorio del possibile o addirittura del reale (le malattie genetiche).

Eron Sheean costruisce un thriller inquietante e raffinato, sia nella narrazione che nell’estetica. Notevole il lavoro di scenografia e fotografia: gran parte del film è ambientato all’interno del centro di ricerca, fra le stanze e i corridoi asettici, i vetri, i camici bianchi, i laboratori con gli strumenti. L’asetticità è la costante visiva del film – vedasi anche i flashback nell’ospedale e l’appartamento di Burton – a cui fa da supporto la freddezza degli esterni, spesso innevati e “geometrici”. La narrazione è costruita con un progressivo aumento di suspense e intensità, in un costante intreccio di dramma etico e umano, thriller medico e momenti orrorifici. L’angoscia, sottile e penetrante, si fa sempre più concreta, fino a sfociare nel lungo pre-finale in cui il protagonista contagiato dal virus va incontro al progressivo disfacimento psico-fisico del suo corpo, che si copre di bubboni: una lunga sequenza dal sapore cronenberghiano, come l’incubo di Burton che si vede esplodere la testa partorendo topi in un liquido bianco. Tensione e mistero sono sempre palpabili: Geoff (come viene chiamato dai colleghi) entra poco alla volta ma inesorabilmente in una spirale di segreti, ossessioni e personaggi indecifrabili, portando con sé lo spettatore in questo viaggio allucinante. La sceneggiatura è imprevedibile e mai banale, supportata da un cast non famoso ma in grado di offrire interpretazioni credibili e intense: a cominciare da Michael Eklund, la cui espressione trasmette tutti i dolori e i rimorsi del personaggio, ma anche Karoline Herfurth nei panni di Rebekka – la sua ex allieva innamorata di lui – e soprattutto Tomas Lemarquis nel ruolo dell’inquietante dottor Novak, lo scienziato autore delle ricerche segrete che innescano la terribile reazione a catena.

Ma Errors of the human body non è solo un thriller medico, bensì un’appassionante e profonda riflessione su un tema scottante e sempre attuale: il rapporto fra etica e ricerca genetica. Sheean non pretende di dare risposte, ma si limita a porre domande allo spettatore: fino a che punto possono spingersi gli esperimenti? Funzionano? È giusto utilizzare gli animali come cavie? L’opinione cambia quando sono in gioco gli affetti personali? Se la regia decide saggiamente di non fornire risposte, è altrettanto evidente che mostra i pericoli di questo tipo di ricerca: magari va oltre la realtà, ma resta nel territorio del possibile. E l’enigmatico finale lascia aperte varie interpretazioni.

La colonna sonora

La musica di Errors of the human body, composta da Anthony Pateras, è minimalista, giocata sull’alternanza di sonorità psichedeliche e silenzi. Possiamo definirla una colonna sonora “asettica”, in conformità con l’estetica del film. A dire il vero, non esiste anzi una vera e propria colonna sonora, ma un tappeto di suoni dal sapore New Age: una sorta di “musica d’ambiente” fatta di armonie dissonanti e sottili che contribuiscono al senso di sospensione e inquietudine diffuso in tutto il film, e che spesso scompaiono lasciando spazio al silenzio o ai suoni intradiegetici.

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