“Se stiAMO insieme”…ci sarà un perché.

“Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica,  economica e sociale del Paese.”

Come avrete capito, si tratta dell’articolo 3 della nostra Costituzione. Ma siamo sicuri di essere proprio tutti uguali di fronte alle legge? Ma soprattutto siamo sicuri che la Repubblica rimuova gli ostacoli che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini?

Per le coppie di fatto,  e in particolare quelle di cui leggiamo le storie in “Se stiamo insieme – Racconti di coppie di fatto”, edito da Caracò, non è proprio così.

LIBRO

Il libro raccoglie nove racconti di breve lunghezza, e cinque poesie di lunghezza e metro vari, sulle coppie di fatto, per dar voce all’urgenza di chi vive in questa dimensione sospesa,  ancora colpita dal pregiudizio e dalla discriminazione. Le coppie reali o immaginarie, che si raccontano o vengono raccontate sono sia eterosessuali che omosessuali. La letteratura, in questo caso, è un modo per entrare nelle loro vite, nelle loro storie d’amore e comprenderne da vicino le difficoltà. I racconti scandagliano le diverse possibilità e le difficoltà, spesso giuridicheiche- ma non solo- che le coppie di fatto incontrano. C’è chi ha perso la compagna di una vita e non può avere nemmeno le sue ceneri; o chi assiste impotente il suo amore star male senza sapere di cosa morirà perché “lei non è un parente”. E poi c’è chi ha prestato il proprio volto per i cartelloni elettorali di qualche partito, credendo davvero che in quest’Italia qualcosa sarebbe cambiato, per doversi poi ricredere. E ancora le preoccupazioni di chi ha condiviso la propria vita e la propria casa con una persona e ha paura che a quella persona non rimarrà niente, perché il suo nome, la loro  unione, non risulta da nessuna parte. Oltre a tutto ciò, ci sono anche i pregiudizi sociali da affrontare: rischiare di essere presi a pugni se si esce da un locale gay, tenere nascosta la propria relazione durante le cerimonie,  sentirsi in imbarazzo quando gli altri parlano di figli e matrimonio. Ovviamente ci sono anche storie a lieto fine, di chi va avanti con le “proprie leggi” non scritte o con un matrimonio sancito da una madre, che, pur più anziana dei nostri politici, capisce che l’uomo che sta accanto a suo figlio gli vuole veramente bene.

Nelle poesie e nei racconti ci si confronta con gli altri paesi europei, ci si chiede per cosa lottare e la parola chiave è certamente DIRITTI. Perché in barba all’articolo 3, per la legge italiana, le coppie di fatto non esistono, non esiste il loro amore, la loro vita e anzi, i nostri politici sono capaci di lasciarsi andare ad affermazioni omofobe, spesso socialmente accettate.

Il libro “Se stiamo insieme” è un’occasione per riflettere da vicino su questa questione ancora ardua per l’Italia, senza lasciarsi influenzare da nessuna propaganda o bandiera, ma con la semplice consapevolezza che “se stiamo insieme…ci sarà un perché”.

“…perché un giorno sia pacifico e legittimo che quello che è mio è anche tuo, che nella malattia non venga scacciato dal tuo letto, che tu non sia esposto a possibili rovesci di sventura. Amandoti ti voglio proteggere più di quanto da solo possa fare. Per questo sono pronto a lottare”.

Elena Ravasio

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