Teatro Donizetti: Gag comiche

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Gag comiche, scambi di coppia e di identità sono gli ingredienti della commedia “Sarto per signora”, andata in scena da martedì a domenica 29 marzo al teatro Donizetti con la regia di Valerio Binasco. L’opera è il riadattamento teatrale dell’omonimo romanzo di Georges Feideau, che vede come protagonista il dottor Molineaux, qui interpretato dall’attore Emilio Solfrizzi. La vicenda si svolge nel periodo della belle Epoque, ambientata negli interni di una casa borghese, l’abitazione dove il dottor Molineaux vive con la propria consorte. Sciupafemmine di natura, il protagonista si caccia continuamente nei guai, come quando la moglie scopre che non è rincasato la notte per andare a ballare e fare la corte a qualche dama altolocata.

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Nella pièce frizzante e divertente sono contenuti tutti gli elementi tipici della commedia degli equivoci. La situazione diventa ancora più ingarbugliata e grottesca fino a raggiunge il proprio apice quando il protagonista decide di utilizzare un atelier in cui vi lavorava una sarta, come nido d’amore per incontrare la propria amante. Dovrà allora, per evitare che le sue tresche amorose vengano scoperte, fingersi sarto, mentre impacciato e agitato prende le misure dell’amante per non essere scoperto dal marito di lei che ha deciso di accompagnare la moglie di persona dal sarto per farle realizzare un vestito su misura.

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Lo spettacolo, della durata complessiva di due ore, è diviso in tre atti che hanno come ambientazione la casa del protagonista e l’atelier sartoriale. Il salotto, in particolare, emblema della cultura borghese, è l’ambiente da cui si dipana la storia e in cui incomincia il litigio di Molineaux e della moglie, crisi coniugale aggravata ancora di più dall’intervento della suocera quando scoprirà la presenza di un guanto femminile nella giacca del marito della figlia. Il salotto sarà anche il luogo in cui alla fine le diverse coppie coniugali si ricongiungeranno, dopo gli equivoci e gli scambi di persona che si sono susseguiti nel corso della narrazione.

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La sceneggiatura si snoda tra battute brillanti e incalzanti che vengono ben rese dalla caratterizzazione degli attori principali: la suocera cinica, la moglie ingenua e il marito, di una comicità esilarante ma scaltro allo stesso tempo, le cui giustificazioni alle scappatelle amorose sono talmente bizzarre inverosimili da suscitare l’ilarità del pubblico. Una pièce che stuzzica il pubblico svelando il lato ipocrita e falso perbenista della società borghese, in un periodo, la fine dell’‘800, che farà da preambolo allo scoppio della Grande guerra.

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