TEATRO SOCIALE DI BERGAMO: LA MARIA STORTA di ALBERTO SALVI

Matilde Facheris veste i panni della Mariastorta nello spettacolo che si è tenuto al Teatro Sociale di Bergamo sabato 31 maggio con la regia di Alberto Salvi.

Personaggio complesso è controverso, la Mariastorta descrive la storia di Maria Benaglia, detta “la pellegrina”, entrata in convento da piccola, anche se ci rimane per poco tempo, divenuta devota alla Madonna delle Nevi, la quale più volte accorre in suo aiuto nei momenti di maggior difficoltà.

La Maria storta

Molto convincente l’interpretazione dell’attrice e forte la tensione drammatica con gli interventi cantati del coro, accompagnati da un fisarmonicista e l’uso delle luci puntate sulla protagonista nei momenti di maggior pathos emotivo. Il rapporto che si instaura con il pubblico, fin da subito è un rapporto molto intimo, in quanto l’attrice recita a pochi passi dagli spettatori che sono seduti sullo stesso palco in cui recita la Facheris. L’attrice, con la sua interpretazione ha voluto celebrare la storia di un personaggio popolare a metà tra il sacro e il profano, una donna che può essere considerata per metà santa, pronta a trasmettere gli insegnamenti e la bontà della Madonna ai poveri e ai bisognosi e per metà strega, intenta a lanciare maledizioni a tutti coloro che non accettano e non accolgono il suo aiuto.

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La scelta registica è stata quella di sviluppare la narrazione attraverso un monologo- lamento alternando parti cantate a parti recitate, tra un registro basso con l’uso del dialetto bergamasco, e un registro più alto, con l’uso dell’ italiano. Scelta del resto fondamentale per recuperare l’aspetto della tradizione popolare e contestualizzare la vicenda nei luoghi in cui essa è ambientata, quelli della bergamasca, che sono anche i nostri luoghi, trasferendo gli eventi in un passato lontano. Ancora una volta la Facheris ha colpito nel segno, consegnandoci l’immagine di questa donna così come viene ricordata nella tradizione orale. Una storia tutta al femminile raccontata di getto, tra un sussurro, un urlo, un gesto, che ci trasmette il ritmo e la musicalità delle parole. Una narrazione che ci trasporta, ci fa riflettere, ci fa commuovere.

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