TEATRO VIVO 2014 – XVII edizione: APPUNTI AFGHANI

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“Appunti afghani” è un monologo messo in scena dalla regista Daria Anfelli e interpretato dalla, reporter, giornalista, scrittrice di viaggio, documentarista e fotografa polacca Monica Bulaj. Lo spettacolo fa parte della rassegna “Il Teatro vivo” ed è stato messo in scena sabato 22 novembre all’Auditorium di Piazza della Libertà.

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La pièce è composta da pochi elementi minimali: alcune coperte sul palcoscenico e un leggio. La Bulaj racconta di un viaggio in Afghanistan descrivendone la cultura, la sofferenza, le guerre e le sue dolorose conseguenze. La narrazione è intervallata da suoni e immagini che rievocano una realtà che a noi sembra lontana e appartenere a un altro mondo, al cui interno veniamo immediatamente catapultati. Le parole della narratrice accompagnano le diapositive che vengono proiettate su un maxi schermo alle sue spalle. Il racconto si snoda tra descrizione di luoghi, paesaggi, gente distrutta dalla guerra, donne costrette a indossare un burqa da cui si intravedono solo degli sguardi fugaci, alla ricerca di un orizzonte di libertà. Libertà che in paesi come questi, racconta la Bulaj, è negata e numerosi sono i tentativi di donne che hanno tentato di fuggire o si sono date fuoco per non sposarsi con uomini che non amavano, per sottrarsi a matrimoni combinati.

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Questi episodi, oltre alla guerra e agli uomini kamikaze che si fanno esplodere in nome del fanatismo religioso, sono solo alcune delle immagini rievocate dal racconto. La narratrice si dimostra fin da subito molto abile a coinvolgere lo spettatore in un tema complesso come quello di un popolo diverso e lontano rispetto alla nostra quotidianità. Le sue parole si accompagnano ai gesti e, proprio come avviene con la lettura di un diario, riesce a far rivivere quei racconti nella mente degli spettatori come affreschi che prendono vita.

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Scopriamo così un Afghanistan e una terra, con la sua cultura, le sue usanze, la sua gente, i suoi drammi, molto diversi da quelli che siamo abituati a conoscere tramite i mass media. Tema fondamentale resta quello dello sguardo, che dalle immagini proiettate passa alle immagini evocate dal racconto per tornare a posarsi nuovamente sulle diapositive: una sorta di occhio magico che mostra allo spettatore un Afghanistan e una realtà mai visti prima.

“Un monologo che mette davanti ai nostri occhi l’Afghanistan,
la sua civiltà, la sua umanità.”

 

Si ringrazia Teatro Tascabile Bergamo per le immagini
ph Francesco Cornello

 

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