Una canna? No grazie!

Apatia, psicosi e problemi al coordinamento del sistema psicomotorio, sono solo alcuni dei rischi a cui può andare incontro un adolescente che fa uso di cannabis. Ma questa sostanza può anche compromettere la normale maturazione del cervello com’è stato dimostrato dagli studiosi.

Il problema è che la percezione del rischio di pericolosità dell’assunzione di cannabis (hashish o marijuana), che è molto più dannosa rispetto al passato perché le piante geneticamente modificate hanno raggiunto una concentrazione di principio attivo molto elevato (THC pari al 41%), viene molto spesso sottovalutata.

cannabis 2Secondo uno studio realizzato nel 2012 dal Dipartimento delle Politiche Antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri, sono infatti in aumento i ragazzi tra i 15 e i 19 anni che ne fanno uso. Dall’indagine a campione effettuata su 45.000 studenti in questa fascia di età, il 21,43% dice di averla assunta negli ultimi 12 mesi. Maschi e femmine ne fanno uso occasionale, una o due volte al mese (57,2% le femmine e 45,9% i maschi). Ma il 21% dei maschi contro l’11% delle femmine riferisce di averla utilizzata più assiduamente, 20 o più volte nei 30 giorni che hanno preceduto l’indagine. In compenso il fenomeno è in calo e non solo per quanto riguarda la cannabis ma anche cocaina e altre droghe, nella popolazione italiana fra i 15 e i 64 anni , come dimostrano i dati sulla concentrazione di sostanze nelle acque reflue di 18 centri urbani.

Perché i ragazzi fanno uso di cannabis?

Le risposte a questa domanda potrebbero essere diverse. Gli adolescenti sono sempre alla ricerca di esperienze nuove, amano mettersi alla prova e spesso s’imbattono in situazioni rischiose. Tra i fattori di rischio possono esserci: il disagio sociale, le cattive compagnie , la noia, un padre assente, così come la presenza di una famiglia iperprotettiva che concede troppo, o di una famiglia troppo severa.

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Spesso la “canna” è semplicemente considerata alla stregua di un gioco che unisce, e i ragazzi se la passano allegramente tra di loro alla ricerca di sensazioni forti. Ma poi nel lungo termine cosa potrà succedere?

Come capire se un ragazzo si fa le “canne”?

Dopo l’uso di hashish o di marijuana si possono determinare diversi stati psicologici a seconda della situazione nella quale i ragazzi si trovano e al tipo di stato psichico. Possono manifestarsi euforia, depressione, ansia ed estraniamento. Il loro consumo prolungato porta poi all’apatia, all’isolamento sociale e ad un rendimento scolastico o lavorativo scadente, fino ad arrivare ad episodi psicotici.

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Prevenzione ed educazione alla salute

Secondo gli studiosi la prevenzione è la strada maestra da percorrere per combattere le dipendenze. La prevenzione da parte della famiglia risiede in una presenza non solo fisica, ma reale, che comporta interessamento, trasmissione di regole e valori (e qui il ruolo del padre o di una figura maschile di riferimento è fondamentale). Parlando di valori, che sono molto soggettivi, si intendono quelli più importanti alla base di una normale convivenza civile come la fraternità, l’onestà, la libertà, il rispetto degli altri.

I ragazzi non vanno abbandonati al loro destino, non devono crescere da soli. Ma nemmeno vivere in un mondo troppo ovattato. Vanno accompagnati nella vita. Ma occorre farli camminare con le loro gambe insegnandogli a stare in piedi. Trasmettere valori, regole, modelli è importante, ma allo stesso tempo bisogna rispettare la loro originalità e autonomia. Solo così riusciranno responsabilmente a prendere in mano la propria esistenza.

Demonizzare le droghe come si faceva un tempo può essere controproducente. I ragazzi, infatti, in molti casi potrebbero essere stimolati a farne uso per pura curiosità. Oggi i progetti di prevenzione vengono inseriti in discorsi più ampi di educazione alla salute. Ciò significa tra le altre cose parlare del problema droga insieme a quello più generale della “dipendenza da sostanze” che comprende farmaci, alcol, fumo, anabolizzanti, spiegando che la dipendenza non risolve i problemi ma ne genera altri e molto gravi. Aiutare i giovani a sviluppare i propri talenti, metterli in condizione di ascoltarsi e riconoscere i propri bisogni e soddisfarli in modo adeguato senza ricorrere a scorciatoie o a piaceri illusori , facendo loro capire che il piacere vero è quello che si raggiunge con un po’ di fatica ed è una conquista, può essere il segreto per proteggerli dalla droga e da altre dipendenze altrettanto pericolose.

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www.politicheantidroga.it

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