Uno sguardo al Seicento olandese: Vermeer.

Ci sono alcune opere d’arte di cui anche se non si conosce l’autore, il periodo o l’esatto significato sono presenti nel nostro immaginario catalogati come “capolavori”, a prescindere da tutto il resto, perché famosi e parecchio citati.

Alcuni quadri soprattutto sembrano celare una storia ricca di misteri, significati nascosti, storie quasi inverosimili. Uno di essi è la Monna Lisa, tanto ammirata quanto sopravvalutata, se confrontata con altre opere di Leonardo stesso, tant’è che grazie a quanto si è detto e scritto, ora al Louvre non ci si riesce nemmeno ad avvicinare per la massa di gente che si para davanti ad essa in contemplazione, ignorando tutto il resto della sala dove ci sono alre opere a cui (ahimè) non viene rivolto nemmeno uno sguardo distratto.

 Alcuni dipinti hanno ispirato addirittura romanzi, e poi film: uno di questi è la “Fanciulla con turbante”, meglio conosciuta come “La ragazza con l’orecchino di perla”, titolo del libro scritto da Tracy Chevalier che narra la storia (di pura invenzione) della nascita del ritratto di Vermeer, e da cui poi è stato tratto nel 2001 l’omonimo film.

Ma quanto sappiamo realmente di questo dipinto, cosi tanto impresso nel nostro immaginario?

Quanto sappiamo del pittore che l’ha realizzato?

220px-Johannes_Vermeer_(1632-1675)_-_The_Girl_With_The_Pearl_Earring_(1665)

Il dipinto fu realizzato nel 1665, e si trova attualmente in Olanda, a L’Aia. Si tratta di un genere di ritratto molto diffuso all’epoca, il Tronie: un ritratto a metà tra quello di costume e la raffigurazione storica; i pittori vestivano i modelli con abiti esotici o anticheggianti per raffigurare personaggi storici o biblici.

La fanciulla in questione è girata a tre quarti e guarda dritta negli occhi l’osservatore: indossa un turbante azzurro con una fascia gialla che si abbina alla giacca, anch’essa sui toni del giallo, e porta un orecchino di perla. In realtà non si è certi che si tratta di una perla vera, anche perchè gioelli di quel genere potevano permetterseli ben poche persone facoltose.

Secondo le poche informazioni bibliografiche che abbiamo sulla vita dell’artista, Vermeer nacque da una modesta famiglia di piccoli artigiani, sposò una donna più grande di lui di un anno e più facoltosa, ma ebbe difficoltà economiche dovute sopratutto ai debiti lasciatigli dai genitori, visse molti anni in casa della suocera amministrandone i beni e le rendite che comunque non bastavano a mantenere la sua numerosa famiglia (ebbe 10 figli!). Morì improvvisamente a 43 anni nel 1675, a seguito forse di un attacco apoplettico dovuto alle preoccupazioni economiche.

Secondo il romanzo di Chevalier gli orecchini indossati dalla ragazza sarebbero della moglie del pittore, secondo alcuni studiosi si tratta invece non di perle naturali ma di vetro, che venivano importate allora da Venezia e ridipinte per attenuarne la lucentezza.

Di Vermeer ci restano circa 36 opere, anche se alcuni critici riservano ancora dei dubbi su alcune attribuzioni. La maggior parte dei suoi dipinti rappresenta scene di vita quotidiana in ambienti domestici con personaggi intenti in semplici attività, come leggere, pettinarsi, specchiarsi, suonare strumenti musicali.

la merlettaia vermeer

In occasione di una mostra tenutasi nel 1976 venne proposta una nuova chiave di lettura di questa tipologia di rappresentazione, denominata “realismo apparente”: ogni scena apparententemente semplice celerebbe significati moraleggianti, ora per noi poco comprensibili ma nel Seicento di facile lettura. Uno degli emblemi più comuni è la ragazza che si guarda allo specchio, che allude alla conoscenza di sé e alla vanità delle cose terrene.

Lettera-Vermeer

Non sappiamo se La ragazza con l’orecchino di perla nasconda più di quello che mostra, ma a volte, forse, è meglio smettere di cercare e soffermasi invece ad ammirare la bellezza che si ha difronte. Dopotutto, l’arte è il segno del nostro passaggio nel mondo.

Dimenticavo: fino al 25 Maggio questo dipinto lo potete ammirare a Bologna a Palazzo Fava, in occasione della mostra sul Seicento Olandese.

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