Visto per voi: Per te della Compagnia Finzi Pasca

Compagnia Finzi Pasca - Per Te (foto Viviana Cangialosi) 9Ha aperto con lo spettacolo “Per te” della Compagnia Finzi Pasca la stagione dei teatri 2017/2018 al Palacreberg giovedì 16 novembre, in programma fino a domenica 19 novembre. “Julie credeva che ognuno dovesse cercare di costruire un giardino interiore dove andare a rifugiarsi, dove accogliere chi si ama, quelli che si sono persi e quelli che si vorrebbe scoprire”.Queste le parole del fondatore e regista della compagnia, Daniele Finzi Pasca, che racchiudono un po’ tutto il significato dello spettacolo, dedicato a Julie, attrice e compagna nella vita come sul palcoscenico di Finzi Pasca, scomparsa di recente. La scena si apre con una panchina, perno intorno a cui ruoteranno tutte le storie, i ricordi, i gesti, messi in scena dall’intera compagnia.Compagnia Finzi Pasca - Per Te (foto Viviana Cangialosi) 10 Così, attraverso prove teatrali e scene ripetute, oniriche, ironiche e suggestive, viene ricordata anche Julie in scena, come se fosse una presenza costante che gravita intorno agli attori, i quali, rivivendo l’allestimento teatrale rievocano anche i momenti passati con lei. Nel giardino interiore inscenato trovano così spazio numerosi rimandi, citazioni, poesie, come sacchetti svolazzanti che ricordano i veli di una sposa, coriandoli bianchi che si trasformano in candida neve, mentre la fragilità di ognuno di noi viene nascosta da possenti corazze. Giocolieri e acrobati circensi si esibiscono in rocamboleschi numeri acrobatici e in questo modo il teatro, la danza, il circo, il cinema, tutto si riunisce nella Compagnia Finzi Pasca, che grazie all’uso di sofisticati effetti scenici e lumino tecnici è riuscita ad ammaliare e a far sognare il pubblico.Compagnia Finzi Pasca - Per Te (foto Viviana Cangialosi) 12 Non mancano anche gag comiche, come l’attore rimasto intrappolato in un tubo di metallo, o la pioggia in palcoscenico che non si capisce se si tratti di una finzione scenica o acqua vera, o ancora le rime e le poesie improvvisate dalla compagnia, accompagnate dalle risate dei personaggi seduti sulla panchina. Risate che lentamente si tramutano in quelle della stessa Julie, quando, come specifica la voce narrante: “Era capace di ridere tutte le volte per una stessa scena anche nei punti in cui nessuno rideva” e così l’eco delle sue risa, il ricordo dei suoi libretti pieni di calcoli e annotazioni, i suoi consigli e i suoi sogni diventano una presenza tangibile sul palcoscenico e tutti siamo invitati, come sottolinea ancora una volta Finzi Pasca a “Disegnare spazi aperti immaginati per riflettere, per rasserenare l’anima”.

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