“Baricco ha scritto questo testo perché io lo mettessi in scena. La scrittura di Baricco contiene l’azione, quello che si deve fare è estrarla.” Con queste parole il regista Gabriele Vacis descrive come è nata la messinscena di Smith e Wesson, tratto dall’omonimo romanzo di Alessandro Baricco. Ci troviamo agli inizi del ‘900 e due uomini, uno strampalato meteorologo che prevede il tempo intervistando le persone (Smith qui interpretato da un brillante Natalino Balasso) e Wesson, un pescatore che nel fiume pesca cadaveri (Fausto Russo Alesi) si trovano vicino alle cascate del Niagara ad aspettare che qualcosa accada.
Qualche cosa a un certo punto accade davvero, infatti compare un terzo personaggio, una giovane ragazza di nome Rachel (Camilla Nigro), che di professione fa la giornalista ed è in cerca dello scoop della sua vita. Se entro dieci giorni non porterà a casa una notizia da prima pagina rischierà il licenziamento e dal momento che nulla di interessante sembra succedere decide di creare da sola lo scoop, gettandosi chiusa in una botte dalle cascate. “Mi getterò per vivere e non per morire” sono le parole pronunciate dalla giovane Rachel, che a differenza di coloro che decidono di buttarsi nelle acque del Niagara per farla finita, vuole compiere il folle gesto per affermare se stessa e far trionfare la vita.
Proprio come il folle volo di Icaro, così la ragazza si accinge a compiere il salto e lo trasforma in un vero e proprio evento mediatico, richiamando l’attenzione dei media e predisponendo posti a sedere per il pubblico pagante. Solo poco prima di gettarsi, la sera prima del salto Rachel ha paura, paura di tutte quelle cose che potrebbe perdersi se non riuscisse nell’impresa e il testo teatrale apre spunti di riflessione sulla condizione umana, su cosa si è disposti a fare pur di esserci, di esistere. La sceneggiatura è brillante, gli sketch comici e i dialoghi funzionano bene facendo divertire il pubblico e vengono alternati a momenti di suspense che tengono desta l’attenzione.
Proprio come due personaggi un po’ folli e surreali, Smith e Wesson coinvolgono gli astanti narrando le loro improbabili teorie sulle previsioni del tempo o descrivendo stravaganti tecniche di rilassamento per riposizionare correttamente gli organi interni. Anche la scenografia e la lumino tecnica fanno la loro parte e l’immensità delle cascate che rappresentano il sublime della natura rapportato alle miserie umane viene sottolineato ancor di più da un telo trasparente fatto calare sul pubblico durante la rappresentazione, che avvolge tutti i presenti in sala aumentando il coinvolgimento emotivo del pubblico nel momento in cui Rachel si getta nell’abisso. Ennesimo sodalizio tra Baricco e Vacis, la pièce sarà in scena al teatro Donizetti fino al 18 dicembre.