Teatro Donizetti: apertura stagione 2015-2016

Si è aperta con uno spettacolo surrealista la nuova stagione 2015/2016 del Teatro Donizetti, con un calendario ricco di novità. “La verità” il titolo dell’opera teatrale andata in scena a dicembre con la regia di Daniele Finzi Pasca, che ha curato anche le luci e le coreografie del corpo di ballo, oltre ad essere anche autore del testo teatrale. Ad interpretare l’opera, la compagnia Finzi Pasca con un progetto nazionale che ha già fatto il giro del mondo toccando numerose nazioni, come Svizzera, Canada, Brasile, Uruguay, Colombia, Messico, Francia, Ungheria, Danimarca, Olanda, Emirati Arabi Uniti, Spagna e Italia. Tutto lo spettacolo ruota attorno a un’opera d’arte originale dell’artista surrealista spagnolo Salvador Dali, che è stata ritrovata nei magazzini del Metropolitan di New York e che un tempo, negli anni ’40, era stata utilizzata per la messa in scena del “Tristano e Isotta” di Wagner.

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Un’enorme tela, di 9 metri per 15 che rappresenta in chiave surrealista Tristano e Isotta, si trova in mezzo al palcoscenico, mentre due attori annunciano agli spettatori come la tela sia stata messa all’asta al fine di realizzare con la vendita, una casa di riposo per tutti gli artisti, gli attori e le celebrità ormai divenuti anziani e che hanno bisogno di un po’ di tranquillità per passare gli ultimi anni della loro vita. Da qui si dipanano tutta una serie di piccoli spettacoli nello spettacolo, tra numeri circensi, acrobazie, contorsionisti e personaggi inanimati che prendono vita. La costante onirica e surreale permane per tutto il corso dello spettacolo, non facendone mai pesare la durata complessiva (di circa due ore).

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Numerosi sono anche i rimandi al mondo letterario e a quello del cinema, come il magico mondo felliniano di “8 e mezzo” o “Il rinoceronte” di Jonesco. La verità, che è anche il titolo dell’opera, vuole essere un richiamo ma anche un omaggio al mondo del teatro, che noi vediamo rappresentato, e che in fondo è una realtà fatta di cartapesta e di finzione, ma che nonostante ciò nasconde dentro di sé una grande verità, ovvero le emozioni reali che è in grado di regalare al pubblico, proprio come fa l’arte in genere. “La verità è anche”, come ha affermato la moglie di Finzi Pasca “Tutto ciò che abbiamo sognato, abbiamo vissuto, abbiamo inventato, ovvero tutto ciò che fa parte dei nostri ricordi”. E il mezzo artistico, in questo caso, si fa portavoce del passato dell’uomo rappresentandolo all’interno di uno spettacolo onirico e surreale.

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Nella messinscena non mancano anche i richiami agli antichi miti che da sempre hanno affascinato gli uomini, come la marionetta che prende vita e si muove, in cui possiamo trovarvi un chiaro riferimento al Pinocchio di Collodi. Oppure le danze tribali che precedono combattimenti primitivi o le eliche di dna su cui si arrampicano abili acrobati, facendoci tornare in mente antichi archetipi della cultura umana e tutto ciò che da sempre ha affascinato l’uomo e che riemerge ancora una volta sotto forma di opera d’arte e di progetto artistico. 13 in tutto gli acrobati -attori della compagnia e che si alternano nei diversi numeri, regalando un tocco di magia con le loro performance. I pezzi artistici si alternano magistralmente alle parti in prosa recitate dai due attori che interpretano i guardiani del museo in cui è custodita la tela di Dali e che fanno da intermezzo alle parti acrobatiche e musicali. Uno spettacolo visionario e surreale ma che al suo interno contiene una grande verità, quella del teatro e dell’emozione che è in grado di trasmetterci.

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