Alessandro Preziosi e il Don Giovanni di Molière

Torna a calcare le scene teatrali Alessandro Prezioni con il “Don Giovanni” di Molière. L’attore, noto al grande pubblico per i suoi ruoli al cinema e nelle fiction televisive, dimostra di calzare a pennello i panni del Don Giovanni, il personaggio che prende vita dalle pagine di Molière, ipocrita, pronto a mentire senza alcun pudore pur di ottenere ciò che vuole e a rinnegare Dio, teso solo a soddisfare i propri piacere carnali con le donne che cedono alle sue false lusinghe grazie alle sua abilità nel mentire.

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 Dopo ave ingannato donna Elvira, la donna che lui ha sottratto al convento facendole credere di prenderla in moglie per fare di lei la sua sposa, mentre il suo intento era solo quello di soddisfare una passione momentanea, don Giovanni, insieme al suo servo Sganarello, interpretato dall’attore Nando Paone, scappa per evitare di essere ucciso dai fratelli della sposa, tradita e oltraggiata. Durante un combattimento a duello, a sua insaputa, don Giovanni salverà uno dei fratelli di donna Elvira, il quale, dopo aver scoperto la vera identità del suo salvatore lo risparmierà rimandando il duello per salvare l’onore della sorella. A nulla serviranno gli avvertimenti lanciati dalla divina provvidenza per cercare di mutare il comportamento di Don Giovanni e spingerlo a redimersi e a condurre una vita nella virtù, lontano dal peccato e dai vizi. Alla fine chi persevera nel peccato come don Giovanni verrà punito con una morte dolorosa e straziante.

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Preziosi, oltre a vestire i panni del protagonista, cura anche la regia dello spettacolo, la quale appare molto diversa dalle precedenti, con l’ utilizzo di effetti speciali nei cambi di scena e nella scenografia, con l’uso di uno schermo digitale che cambia continuamente sfondo. Una scelta molto cinematografica, che permette di fondere e unire due forme d’arte che si contaminano così a vicenda, il cinema e il teatro. Altra scelta scenica interessante è la decisione di suddividere cromaticamente in due lo spettacolo: la prima con colori più sgargianti e accesi e che rappresenta il vitalismo del protagonista, sempre pronto a consumare nuovi amori e a sfidare a duello i propri avversari, mentre la seconda parte assume toni più cupi, grigi e neri, a rappresentare il vizio e la corruzione in cui versa il protagonista e da cui non vuole liberarsi, fino all’esito tragico.

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 Macchiato di peccati quali la lussuria e l’omicidio, il don Giovanni appare quasi come un Dorian Gray ante litteram, bello e impunito, il suo fascino indiscusso non subisce cambiamenti nonostante i reati commessi e Don Giovanni sembra quasi farsene un vanto, facendosi beffa di chi gli sta intorno e di Dio stesso, almeno fino a che la divina provvidenza non perde la pazienza e interviene punendo il responsabile. Andato in scena al teatro Donizetti da martedì 24 febbraio a sabato 1 Marzo, lo spettacolo appare ben strutturato, alternando momenti di tensione drammatica ad altri più comici come le battute del servo Sganarello che fanno sorridere il pubblico durante la messinscena, ma soprattutto una pièce capace di far rivivere un mito senza tempo nel personaggio di Don Giovanni.

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