Il progetto c’è, la presentazione c’è stata, ora dobbiamo solo attendere l’estate prossima per vederlo effettivamente realizzato. L’idea di questa passeggiata sull’acqua è di Christo: dopo 40 anni, l’artista bulgaro che negli anni ha stupito e incuriosito l’opinione pubblica, torna in Italia per un progetto che, già dall’inizio, crea scalpore.
Christo Vladimirov Yavachev e la moglie, defunta, Jeanne-Claude Denat de Giullebon (meglio conosciuti col semplice cognome del marito, Christo) sono stati tra i maggiori rappresentanti della Land Art e realizzatori di grandi imprese artistiche, con interventi sui più grandi monumenti internazionali, come l’impacchettamento del Reichstag di Berlino, o quello del Pont Neuf a Parigi, o il drappo steso nella Valley Curtain in Colorado.
Con Land Art si intende quel tipo di arte, nata in territorio americano a metà degli anni 60, con cui si vuole intervenire direttamente sul territorio naturale, soprattutto in spazi incontaminati. L’intento filosofico è chiaro: la natura e il paesaggio fanno da sfondo all’esistenza, e al termine della vita l’uomo si decompone e ricompone in essa. Fa parte dell’essere uomo, tuttavia, la volontà di lasciare un segno del nostro passaggio e superare la grandezza dello spazio in cui viviamo.
Non è la prima volta che l’artista sceglie l’Italia per le sue installazioni: nel 1970 aveva avvolto la statua di Vittorio Emanuele in Piazza del Duomo a Milano e quella di Leonardo da Vinci in Piazza della Scala. Due anni prima, i coniugi erano stati a Spoleto. Adesso Christo sceglie l’Italia dopo che il progetto è stato bocciato per tre volte dalla Germania.
Le spese per i lavori, come per tutti gli altri progetti di Christo, saranno completamente autofinanziati con la vendita dei bozzetti dell’artista. I lavori inizieranno il 13 giugno e l’opera sarà terminata in 5 giorni: dopodichè, le istruzioni fornite dall’artista sono chiare: bisogna camminare, magari scalzi, come se si stesse camminando sull’acqua. La passerella resterà per 16 giorni, e al termine sarà distrutta.
Cosa rimarrà? Il ricordo, senza dubbio indelebile, di aver camminato sull’acqua e sentito “le onde sotto i piedi”.