Cocco di mamma

Cocco di mammaEssere il cocco di mamma, il figlio preferito è una fortuna o un fardello? È ciò che si sono chieste due studiose francesi, Claude Paque e Catherine Sellenet. Entrambe docenti presso l’università di Nantes, hanno svolto un’indagine con una cinquantina di adulti su questa delicata tematica. Le loro conclusioni?

Anche se la posizione di figlio preferito è spesso invidiata, comporta tutta una serie di doveri non sempre piacevoli. Il figlio preferito, solitamente il primo o l’ultimo, in effetti è sempre ‘utilizzato’ dai fratelli per mediare e molto probabilmente sarà chiamato a farsi carico dei genitori quando saranno anziani.

Essendo inoltre debitore dell’affetto privilegiato dei genitori si sente in obbligo di dare sempre il meglio, talvolta lasciando da parte le sue vere aspirazioni per accontentarli. Non di rado sente il rimorso per tutta la vita di non essere stato all’altezza dei sogni della madre e del padre.

E i fratelli?

Famiglia numerosa

Chi si trova in posizione subalterna non ha di sicuro vita facile. Soffre di più. Solitamente passa per geloso, ma purtroppo non è mai quello che riceve i complimenti e le paroline dolci. Perciò molto spesso può diventare aggressivo nei confronti del fratello preferito dai genitori.

E anche più tardi nella vita, non di rado, dopo la morte dei genitori, dovrà affrontare problemi legati all’eredità.

Perché si ha un figlio prediletto?

Per diversi motivi. Il più comune è che un genitore narciso ama specchiarsi in un figlio. Quello che gli assomiglia di più, fisicamente o psichicamente. Oppure perché più fragile degli altri.

Eppure questi genitori non lo ammetteranno mai, creando spesso sofferenze e disagi in tutta la famiglia.

E se un genitore si rende conto di avere un figlio prediletto…?

Spesso commette l’errore di diventare più severo proprio con lui. Meglio conservare una certa lucidità e cercare di agire in modo imparziale per far sì che questa preferenza non provochi dei danni.

Bibliografia

C.Paque, C.Sellenet: L’énfant préféré, chance ou fardeau? (ed.Berlin 2013)

 

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