Concretezza in Scuola 21

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Guardare al passato per vivere il futuro

“Cosa potrebbero mai fare in un laboratorio di religione?
Qualche ricerca su noiose preghiere, forse, oppure qualche ricerca su ancor più noiose biografie di santi sconosciuti.”

Lo devo ammettere: pensavo che avremmo fatto qualcosa del genere all’inizio del quarto anno, invece, il laboratorio di religione ha saputo produrre risultati altrettanto efficaci e stimolanti quanto quelli degli altri laboratori e lo scetticismo dei compagni dei laboratori più… “pratici” è presto stato confutato.

Il segreto del successo di una disciplina non risiede nella quantità di nozionismi che essa può offrire, ma risiede invece nella passione che può trasmettere agli studenti riguardo a determinate tematiche.
Il cavallo di battaglia del nostro laboratorio è stato centrare un percorso di ricerca sul monastero di Astino: una struttura religiosa, un tempo abbandonata, che sta divenendo il simbolo di un nuovo rapporto uomo- territorio: un luogo di culto che offre un valore culturale inestimabile ed attorno al quale sono stati tracciati percorsi di incentivazione dell’agricoltura e della ricerca universitaria.
Gli antichi luoghi di cult e i noiosi monaci, ci daranno la possibilità di riscoprire un antico modo di vivere.

Astino è stato un esempio di quanto pensato nel laboratorio di religione e il vero risultato è stato il cambiamento di mentalità: non più ragionare per schemi fatti, ma guardarsi attorno per riscoprire le nostre tradizioni, le nostre origini, la nostra cultura.

Michele Campus – V a LST

Laboratorio ecologico : chimica per motori

Il laboratorio di chimica è da considerarsi uno dei tasselli più importanti del Progetto Scuola21; le attività svolte, coordinate dal Prof. Amboni e dalla Prof.ssa Di Giacomo, sono state perlopiù improntate sulla sintesi di biodiesel tramite trans – esterificazione di oli vegetali.
Sono state eseguite svariate sintesi impiegando oli ricavati da più specie vegetali (lino, girasole e palma da cocco), con l’obiettivo di individuare quale fosse il più vantaggioso in termini di resa e qualità del prodotto finito.
L’olio di lino ha dato ottimi risultati, garantendo l’ottenimento di un biodiesel privo d’impurità e avente come unico prodotto di scarto il glicerolo, una sostanza comunque molto utile dal punto di vista industriale, che quindi potrebbe essere recuperata per l’utilizzo in altri processi.
Oltre alla produzione di carburanti sono stati fatti tentativi di ottenimento di sapone vegetale partendo da olio di oliva.
Per questo il progetto è da considerarsi uno dei “tasselli più importanti”, perché è grazie alla sperimentazione che noi tutti potremo godere un giorno di innovative
eco-tecnologie per muoverci con mezzi a motore.

Francesco Previtali – Va LST

Jatropha Curcas : tra sperimentazioni e colture

All’inizio del quarto anno, mentre eravamo in aula entra una nostra docente che ci propone di far parte del progetto Scuola 21.
Dopo una breve presentazione ci è stata chiesto quali fossero le nostre preferenze, ed immediatamente scelsi di fare parte del Laboratorio di Biologia.
Perché?
Intanto mi piacque l’idea, o meglio l’opportunità di fare una ricerca scientifica di tutto punto e di poter ampliare le mie conoscenze in questo modo. Questo laboratorio infatti aveva come ruolo fondamentale lo studio, l’analisi e la semina delle piante oleaginose.
I ruoli furono decisi il primo giorno e la frequenza delle sessioni di ricerca furono settimanali.
La pianta oleaginosa che più interessava il nostro gruppo era la Jatropha Curcas, perciò il primo periodo è stato dedicato alla raccolta di informazioni e di dati riguardanti questa pianta.
Finita la ricerca, abbiamo coltivato la pianta, concludendo che non è conveniente coltivarla nel clima bergamasco.
Perciò è stata ampliata la nostra ricerca su altre piante oleaginose autoctone, per evitare problemi d’incompatibilità climatica.
Sempre nel laboratorio di Biologia, con un mio compagno e l’assistenza di un tecnico dell’istituto Samo, siamo stati incaricati di installare la stazione meteorologica: sinceramente non ne avevo mai vista una in vita mia; è stato divertente, non solo installare la stazione, bensì anche svolgere le esperienze di laboratorio durante questi due anni.

Sabri Khalfaallah – V a LST

Questioni di etica…

Nel laboratorio di bioetica abbiamo imparato ad analizzare articoli di giornale riguardanti l’ambiente e le scienze energetiche sotto un “occhio” più attento all’etica e alle questioni morali.
Negli incontri pomeridiani abbiamo appreso abilità e conoscenze sulla comunicazione che sicuramente troveranno largo impiego in molti ambiti di lavoro futuro.
Nel corso abbiamo avuto il piacere di incontrare diversi dottori e ricercatori che ci hanno fornito prospettive diverse e interessanti sulle tematiche ambientali che siamo andati a trattare e, con simulazioni e presentazioni, siamo stati messi in prima linea per sperimentare ciò che abbiamo imparato.
Il maggior punto di forza di questo percorso è la sua inter-disciplinarietà, che lo rende utile per molte materie anche al di fuori del contesto di Scuola 21 : ad esempio saper utilizzare una corretta comunicazione scientifica può essere utile quando si parla di eutanasia, OGM, e di tutte quelle tematiche che richiedono un’analisi a 360°, non solo scientifica.
Sono queste tematiche, umane o ambientali, a costituire le questioni etiche, e possedere un’efficacia comunicativa al riguardo è un vantaggio non indifferente.

Cosimo Orban – V a LST

Quando a insegnare è lo studente…

Il laboratorio di comunicazione scientifica e bioetica ci ha permesso di acquisire un ampio bagaglio di conoscenze teoriche e di metterci alla prova su casi concreti. Il primo che abbiamo affrontato consisteva nell’analisi di alcune testate locali. L’obiettivo era quello di comprendere come questi giornali sviluppano la comunicazione nel campo delle energie rinnovabili.
Alla fine del primo anno di laboratorio abbiamo avuto la possibilità di sfruttare le competenze di comunicazione sostenibile acquisite in una learning week all’interno di Italcementi Group. In questo contesto sono emerse tutte le difficoltà presenti in un ambiente lavorativo, dalla relazione con i propri superiori e con i propri compagni, con cui fare gruppo, alla necessità di rispettare stretti tempi di consegna.
Il secondo anno di laboratorio si è aperto con obiettivi completamente differenti, non si trattava più di apprendere ma di insegnare. Per raggiungere il nostro scopo ci siamo concentrati su due canali comunicativi: alcuni incontri formativi calati nel contesto di BergamoScienza tenuti da noi ragazzi, e due giochi di società riadattati all’apprendimento di nozioni comunicative.
Attualmente stiamo ancora lavorando su diversi progetti: un sito contenente tutte le informazioni sull’insegnamento diviso in unità didattiche, da sviluppare insieme agli altri laboratori del progetto Scuola 21, e un wiki in cui raccogliere tutte le nozioni.

P. Pellizzari – IV a LST

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