Cornello e i Tasso all’origine della comunicazione moderna

«Salve, ragazzi. Com’è l’acqua?” I due pesci giovani nuotano un altro po’,
poi uno guarda l’altro e fa: “Che cavolo è l’acqua?»

David Forster Wallace, Questa è l’acqua, Einaudi, Torino.

 

In Valle Brembana, poco distante dalla cittadina termale di San Pellegrino Terme si trova un piccolo borgo medievale, arroccato su una roccia, a cui si può accedere solo a piedi: Cornello dei Tasso.

Questo borgo ha legato il suo nome all’antica famiglia Tasso, nota in tutto il mondo per le doti poetiche di Torquato Tasso e per l’abilità imprenditoriale di alcuni suoi esponenti che, a partire dal Cinquecento, gestirono le poste imperiali degli Asburgo.

Veduta Cornello

Il nome Cornello apparve per la prima volta in una pergamena del 1309, dove è citato Ruggero Tasso, figlio di Omodeo Tasso considerato il capostipite della famiglia e probabilmente deriva da “corna”, che nel dialetto bergamasco significa “roccia, pietra”,  essendo il borgo collocato su uno sperone roccioso a ridosso del fiume Brembo. Cornello fu, durante il medioevo, un importante centro di scambi commerciali e di passaggio di persone e merci grazie alla presenza della via Mercatorum, la via dei mercanti, che collegava Bergamo alla Valtellina e che univa alcuni tra i centri più importanti della Valle Brembana.

La via porticata_ph Gianni Gritti 2014Il percorso della via Mercatorum di Cornello era caratterizzato dalla presenza di una strada porticata, esistente ancora oggi, in cui si svolgeva l’unico mercato della Valle. Questo privilegio caratterizzò il borgo fino alla seconda metà del Quattrocento e la possibilità di “fare mercato”, diede a Cornello una grande importanza.

Alla fine del Cinquecento i Veneziani decisero di costruire una nuova strada di collegamento tra Bergamo e l’Alta Valle Brembana, questo comportò l’isolamento del borgo, ma favorì la conservazione della sua struttura urbanistica medievale originaria.

Ancora oggi, passeggiando tra le case di Cornello, si può vedere questa configurazione caratterizzata dalla strada porticata, che costituisce, con la chiesa trecentesca, l’elemento più caratteristico del nucleo storico. Lungo la strada porticata si trovano le aperture delle antiche botteghe con ai margini due archi di accesso al borgo. Nella parte meridionale si trovano le rovine della più antica dimora della Famiglia Tasso, anche se il gruppo famigliare aveva altre residenze sia a Cornello sia a Bretto, una contrada poco distante dal borgo.

Cursor Italicae_incisione 1563 di Ferdinando bertelli

La presenza della famiglia Tasso a Cornello, è attesta già nella metà del XIII secolo, con la presenza di un certo Omodeo, il capostipite della famiglia. Omodeo Tasso abitava a Cornello e la discendenza dei Tasso del Cornello, che si affermarono come corrieri postali all’interno della Compagnia dei Corrieri della Serenissima, alla corte dei papi e degli imperatori asburgici, nonché come letterati e poeti, iniziò con lui. Sempre con Omodeo sembra sia iniziata anche la migrazione della famiglia verso Venezia: sarebbe stato il primo che, con parenti e convalligiani, avrebbe formato una compagnia di corrieri.

Infatti, come molti altri bergamaschi, alla fine del Quattrocento, i Tasso si spostarono a Venezia in cerca di fortuna. Nella città lagunare, i vari rami del casato svolsero un ruolo importante nella gestione e nella fondazione della Compagnia dei Corrieri della Serenissima di Venezia. In breve tempo alcuni esponenti della famiglia furono chiamati a organizzare le Poste pontificie e ottennero i primi appalti per le comunicazioni postali nel Tirolo, ad opera di Massimiliano I d’Asburgo, incarichi poi confermati e ufficializzati nei primi anni del Cinquecento da Filippo il Bello, e dal futuro imperatore Carlo V, con una serie di trattati postali. Questo fu l’inizio della grande impresa dei Tasso, originari di Cornello, che, per secoli, ricoprirono l’incarico di mastri generali delle Poste imperiali.

I Tasso lavorarono per gli imperatori asburgici e furono chiamati a organizzare il sistema postale dei loro territori. Gli inizi delle poste tassiane in centro Europa risalgono al 1490, quando nella cronaca della città di Memmingen (nella Svevia) si trova scritto: «In questo anno cominciarono a essere organizzate le poste su ordine di Massimiliano I…il re romano, dall’Austria fin nei Paesi Bassi, in Francia e fino a Roma»[1].

Arazzo in Notre dame du Sablon_con Francesco Tasso che porge un plico all'imperatore

La rete postale gestita dai Tasso comprendeva il Tirolo dove si registra la presenza di Janetto e di Giovanni Battista nel 1489 e di Francesco nel 1490. La città di Innsbruck, in quel periodo, era la sede della corte di Massimiliano I, al quale facevano capo i territori tedeschi del Sacro Romano Impero, i possedimenti dinastici degli Asburgo (Tirolo, Austria, Stiria, Carinzia e Corniola) e i possedimenti dei Paesi Bassi e della Franca Contea, gestiti da suo figlio, il principe Filippo il Bello.

Fu tra il XV e il XVI secolo che i Tasso rivoluzionarono il sistema della trasmissione delle notizie a nord delle Alpi prevedendo, a differenza del sistema precedente, la presenza di stazioni di posta su percorsi prestabiliti, dove cavaliere e cavallo venivano sostituiti contemporaneamente, riducendo così notevolmente il tempo di consegna della posta. La fortuna dei Tasso nell’impero Asburgico fu sancita formalmente da due trattati firmati da Francesco Tasso, e Filippo I re di Spagna e Carlo I re di Spagna (il futuro Carlo V) nel 1505 e nel 1516, definiti dagli storici come la Magna Carta delle poste moderne. Questi trattati aprirono alle poste tassiane la via verso la formazione di un’impresa di Stato.

I Tasso crearono, così, una fitta rete di collegamenti tra centinaia di città europee, dando vita ad un’impresa che in breve raggiunse i vertici del potere finanziario, garantendo ai suoi esponenti onori, privilegi e blasoni.

Cornello in un'incisione 800esca

Inoltre I Tasso, a Bergamo, furono tra le famiglie più importanti del Cinquecento e del Seicento. Questa importanza si espresse attraverso una fervida attività di mecenatismo. Domenico Tasso, per esempio, commissionò a Lorenzo due opere per il suo palazzo rinascimentale di Bergamo in cui erano ritratti lui e la moglie Elisabetta Rota (ora i quadri si trovano a Berlino). Il fratello di Domenico invece, Luigi, vescovo di Recanati, fu tutore di Bernardo Tasso, il padre di Torquato Tasso (alcuni storici della letteratura sostengono che fu anche padre di Bernardo).

BIBLIOGRAFIA

– AAVV., I Tasso e le poste d’Europa, 1° Convegno internazionale Camerata Cornello 1-3 giugno 2012, Corponove, Bergamo, 2012.

– ENRICO MANGILI, I Tasso e le poste, a cura di Vittorio Mora, vol. 1, Grafica Gutemberg, Bergamo, 1982.

– MARTIN DALLMEIER, Il Casato principesco dei Thurn und Taxis e le poste in Europa (1490-1806), in Le poste dei Tasso, un’impresa in Europa (contributi in occasione della mostra: I Tasso, l’evoluzione delle poste, Bergamo, Ex Chiesa di S. Agostino, 28 aprile-3 giugno1984), Comune di Bergamo, Bergamo, 1984.

– TARCISIO BOTTANI, I Tasso e le poste pontificie, Museo dei Tasso e della Storia postale, Camerata Cornello, 2000.

– BONAVENTURA FOPPOLO, TARCISIO BOTTANI, WANDA TAUFER, Mariegola della Compagnia dei Corrieri della Serenissima Signoria, Museo dei Tasso e della Storia postale, Camerata Cornello, 2001.

– FERNANDO REA, Le poste a Bergamo, Società Editrice Bergamasca, Bergamo, 1976.

– ARMANDO SERRA, MARCO GEROSA, CLEMENTE FEDELE, Europa postale. L’opera di Ottavio Codogno luogotenente dei Tasso nella Milano seicentesca, Museo dei Tasso e della Storia postale, Universal Book, Lecce, 2013.

[1] in Martin Dallmeier, Il Casato principesco dei Thurn und Taxis e le poste in Europa (1490-1806), in Le poste dei Tasso, un’impresa in Europa (contributi in occasione della mostra: I Tasso, l’evoluzione delle poste, Bergamo, Ex Chiesa di S. Agostino, 28 aprile-3 giugno1984), Comune di Bergamo, Bergamo, 1984, pp. 1-32.

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