Dieci domande fatte a: Filippo Curzi.

Appassionato di figure femminili, Filippo Curzi si specializza in colorazione digitale e lavora come illustratore, visualizer e graphic designer. Nel 2012 vince il Bando Polarexpo con la mostra ‘Caleidopsiche- nella mente di un artista’. Oggi si apre verso il mondo dell’animazione (tra i cortometraggi realizzati: ‘H.O.W.L.’ e ‘Un’ora  al giorno’).

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1)Come hai iniziato?
Da piccolo, per fascino verso forme e colori. Poco a poco ho realizzato come mi piacesse l’idea di poter afferrare in qualche modo delle sensazioni volatili, di manipolarle a volte con qualcosa di mio. Disegnavo spesso animali, soprattutto dopo averli incontrati dal vivo, come quando mi portavano al circo o allo zoo: una volta a casa disegnavo per settimane quello che avevo visto, solo senza il contorno delle sbarre. Crescendo ho cominciato a disegnare spesso donne. Sempre affascinato.

2)Qual è stata la tua più grande svolta tecnico-stilistica nel disegno?
Ce ne sono continuamente. Se ne devo scegliere una è stato quando, dopo aver trascorso mesi a disegnare tavole di fumetto ininterrottamente – studiando ogni elemento presente nelle diverse scene – ho passato un mese senza mai toccare la matita. Quando l’ho ripresa in mano, mi sono trovato molto maturato. Penso che sia stato perchè i concetti appresi hanno avuto il tempo necessario per riordinarsi nella mia testa.

3)Chi sono i tuoi punti di riferimento nell’arte classica (da Giotto in poi)?
Non saprei. Non mi sono mai interessato particolarmente all’arte classica, anche se sicuramente quello che ho visto mi ha influenzato in qualche modo. Tra gli artisti del ‘900 ammiro molto Klimt e Mucha, anche se cambio spesso gusti.

4)Quali invece i fumettisti e gli illustratori di riferimento?
Anche qui, sicuramente ci sono degli autori che più di altri ho preso a riferimento, in ordine temporale: Frank Cho, Adam Hughes, Gil Elvgren, Didier Cassegrain. Sono autori che hanno fatto parte del mio periodo di maturazione tecnica, dunque sono quelli che hanno avuto un’incisività maggiore, anche se da allora ho visto opere di tantissimi altri artisti che di certo mi hanno stimolato, per certi versi. In ogni caso, chi mi ha insegnato maggiormente e mi insegna ancora oggi sono le donne: tutti gli autori che ho scelto come maestri sono accomunati da un loro personale fascino per la figura femminile.

5)Secondo te cosa può dare l’Italia a un artista?
Bella domanda. Penso che un artista straniero in visita, vedendo l’Italia da fuori, possa dare una risposta molto più affascinata della mia.

6)Cosa può invece dare un artista all’Italia?
Bellezza.

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7)I tuoi progetti più recenti.
Intendendo per ‘miei progetti’ solo progetti che realizzo per me stesso: “Caleidopsiche”, collezione di 24 opere su tela o legno che racchiudono cosa c’è nella mia testa: mi sono sottoposto a dei test psicoanalitici con l’intento di spiegarmi da dove deriva lo stimolo, il gusto personale di un artista e il risultato è in queste opere.
E poi:“Occupy the Gallery – the Howl “, una performance artistica che, come fa intuire il titolo, consiste nell’occupare per 5 giorni e 5 notti una galleria d’arte, producendo opere assieme ad altri 4 artisti accomunati da un tema, la poesia ‘l’Urlo’ di Allen Ginsberg. La mia opera in questo caso consisteva in un’animazione.

8)I progetti su cui stai lavorando?
Ce ne sono molti in standby che spero, presto o tardi, vedranno la luce. Sto collaborando con diverse realtà editoriali con progetti in uscita in Italia e all’estero e lavoro ad un nuovo progetto artistico del quale per il momento non parlo. Attualmente sto organizzando, con gli artisti di Occupy the Gallery, una nuova performance.

9)Dove possiamo ammirare i tuoi lavori?
Sul mio sito web: www.filippocurzi.com

10)Cosa chiederesti a te stesso se dovessi auto-intervistarti (e cosa risponderesti) ?
– Qual è quel momento in cui capisci che ti piace quello che fai?
– Quando quella sensazione fascinosa si ripresenta, prima ancora di provare a catturarla, perchè lì capisco che non potrei fare altro.

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