Il Musicista tra i boschi

Abbiamo intervistato chi l’autoproduzione la pratica veramente: Matteo, musicista bergamasco vive in campagna, tra vigne e oliveti, in una cascina raggiungibile soltanto a piedi. Il suo sogno: trascorrere la vita nel rispetto di tutto ciò che esiste.

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Cosa ti ha spinto a rivoluzionare il tuo punto di vista?

Le ragioni oltre che salutistiche, sono profondamente filosofiche. Siamo tutti parte di una cosa sola, e questa sensazione di appartenenza genera in me un grande rispetto verso tutto ciò che esiste. Inoltre, essendo la vita (sotto la forma che conosciamo) una, non ho più intenzione di sprecarne neanche un millisecondo nel fare ciò che non ho scelto espressamente. L’uomo resta l’unico animale che spesso è costretto a svegliarsi quando vorrebbe riposare, per andare a fare una cosa che non gli piace. Se devo avere un datore di lavoro, preferisco sia madre natura!

Cosa vuol dire in pratica auto sussistenza?

La mia giornata è davvero varia; oltre alla coltivazione mi occupo di altre questioni legate alla musica e alla raccolta di tartufi, che mi garantisce quel poco di entrate economiche che mi servono per le piccole spese.

Sostanzialmente mi sveglio quando ho finito di dormire, come diceva non ricordo chi! Posso svegliarmi alle 7 come alle 10, bevo una tisana e saluto i “miei” gatti dopodiché mi metto a svolgere i più disparati lavori: dalla preparazione del terreno alla semina, dalla pulizia dai rovi all’innaffiatura degli ortaggi, che può richiedere davvero tanto tempo a seconda della stagione, considerato che utilizzo acqua piovana (no cloro) decantata (i metalli pesanti si depositano sul fondo), un secchio e un mestolo!

Spesso e volentieri giro nei boschi vicino casa per raccogliere asparagi, erbe officinali e commestibili. Inoltre, ogni giorno, tra la raccolta e la preparazione della cena se ne va parecchio tempo, sia anche solo per lavare le coste!

Insomma segui i ritmi della natura?

Sono un suddito delle stagioni: da primavera in poi mi occupo delle semine mentre in estate dedico maggior tempo alla raccolta degli ortaggi, alla cura dell’orto e a rimediare la legna per l’inverno, in cui invece, oltre ai tartufi, mi dedico alla preparazione del campo e alla riparazione degli strumenti. Le piante officinali hanno periodi balsamici diversi il che mi porta a raccogliere fiori, frutti e radici durante gran parte dell’anno.

Oltre alle stagioni, al clima e alle invasioni periodiche di afidi e altri insetti, sono felicemente soggetto anche alle fasi lunari: sarà che mi sento un po’ lupo!

Generalizzando: gli ortaggi da frutto, che devono sviluppare parecchi fiori, vanno seminati con luna crescente, mentre quelli da foglia, a cui bisogna ritardare il più possibile la fioritura, vanno seminati con luna calante.

Anche per la legna la luna ha una grande influenza, va tagliata, infatti, con luna calante, quando la linfa scorre meno in tronchi e rami per evitare la “formazione” dei tarli. In verità utilizzo tronchi già secchi trovati nel bosco, quindi la cosa non mi riguarda troppo.

Stai seguendo un modello, o sei un autodidatta?

Accetto consigli da esperti, leggo libri e quant’altro, ma tendo a voler imparare facendo errori. Quindi le delusioni sono all’ordine del giorno, ma anno dopo anno sviluppo sempre più un metodo di coltura tutto mio.

La nostra società cerca di eliminare l’elemento casuale, di programmare tutto, di avere sempre tutto, chi dipende della natura come te, deve imparare ad accettare gli imprevisti, le rinunce?

Assolutamente, tant’è che quando semino, una buona parte delle piantine le coltivo appositamente per le lumache!
Sostanzialmente come espone Fukuoka nelle sue teorie, la maggior parte del lavoro in eccesso ce la causiamo noi stessi volendo agire in un certo modo (per esempio facendo monoculture) e dovendo successivamente intervenire per ridimensionare i danni che creiamo. La sua filosofia viene infatti definita del “non intervento”.

Il vero equilibrio è quello che crea la natura stessa nel suo caos, e per quanto questo equilibrio sia reso sempre più instabile dall’uomo, essa continua il suo percorso di “normalizzazione”.

La stessa terra andrebbe lavorata quasi esclusivamente nel momento della semina, poiché lasciandola riposare si creano degli equilibri tra batteri, sostanze e forme di vita a cui andando sempre a smuovere il terreno si ostacola lo sviluppo, favorendo magari la proliferazione di parassiti. Come del resto è controproducente coltivare a sezioni: mettendo per esempio tutte le patate da una parte, l’aglio dall’altra e i pomodori tutti assieme. Questo per svariati motivi, a partire dall’impoverimento del terreno alla proliferazione delle malattie (se si ammala una pianta si ammalano tutte).

Inoltre ovviamente alcune piante sono consigliate in consociazione con altre, poiché per un motivo o per l’altro ne aiutano lo sviluppo.

A livello di salute hai riscontrato benefici ?

Vanga, taglia, sposta, su, giù, cammina, rastrella, tutto il corpo ne risente in positivo.

Come la mente del resto, ritengo che il lavoro nel campo sia la più seria forma di meditazione, poiché si è parte del tutto nel fluire del tutto stesso. Inoltre ho la masochistica convinzione che le migliaia di piccoli tagli che ho sulle mani e sul corpo, altro non facciano che tenere il mio sistema immunitario ben allenato.

Un consiglio per i nostri lettori da attuare subito?

Impara a riconoscerti allo specchio/ e come gli altri vedono il tuo riflesso

Come chi hai di fronte percepisce se stesso / e prima di esprimerti appizza l’orecchio…
Poche parole di una mia canzone che, se parafrasate, capite e attuate, credo possano davvero portare dei benefici nelle relazioni tra gli uomini e tutto ciò che esiste.

Per continuare a scoprire Matteo con quest’esclusivo video:

Il Musicista tra i boschi – Piccola

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