“L’asino d’oro ovvero Le metamorfosi” di Apuleio – il primo e vero romanzo dell’antichità.

Questo ciclo d’incontri, nasce dalla pubblicazione, da parte di Bibliotheca Srl nell’ambito della collana La voce dei classici che si avvale della consulenza scientifica del prof. Giuseppe Zanetto dell’Università di Milano, di un cofanetto di undici CD con la lettura integrale del romanzo da parte dell’attore del Piccolo Teatro di Milano Umberto Ceriani, coadiuvato dalle attrici Adriana De Guilmi e Caterina Cidda, ed il commento musicale originale di Paolo Serughetti.

Si è voluto proporre all’utenza questo capolavoro che si articola tra il magico, l’avventuroso, l’erotico e l’arguto con incontri che mettono in evidenza sia il mondo letterario antecedente ad Apuleio sia la fortuna che la sua opera ha avuto anche nei secoli successivi presso altri scrittori che si sono in un qualche modo ricondotti alla sua opera.

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Il primo appuntamento si è svolto martedì 12 febbraio 2013 alle ore 17.45 nella Fonovideoteca Gavazzeni di via Rocca 5 con l’intervento del prof. Fabrizio Brena che tratterà il tema: “I Precedenti di Apuleio”.

Come per gran parte dei generi letterari che caratterizzano la cultura letteraria europea (dramma, commedia, lirica, satira), anche il romanzo affonda le sue radici nella tradizione greco-latina: a differenza però degli altri generi, esso non godette nell’antichità di una teorizzazione specifica che ne determinasse le caratteristiche strutturali e le forme della fruizione; né i trattati di grammatica né le opere di critica letteraria, sia in ambito greco che latino, si occupano del romanzo.

La mancanza di riferimenti espliciti alla genesi e alla diffusione del romanzo ha fatto sì che i moderni filologi, a partire dall’Ottocento, avanzassero diverse teorie sulla nascita e lo sviluppo di questo genere. Di sicuro risulta che i primi esemplari di quelli che possiamo definire “romanzi” compaiono in epoca relativamente tarda (non prima del secolo II a. C.) quando, grazie alle conquiste di Alessandro Magno, si è ormai ampiamente diffusi nel bacino del Mediterraneo e nell’Asia minore. In effetti alcune fra le caratteristiche si ritrovano nei romanzi antichi, quali le peripezie avventurose, i riconoscimenti inaspettati, la ricerca del patetico. L’intervento risolutore della divinità che assicura il lieto fine. Si può addirittura affermare che proprio Alessandro il Macèdone fu il primo eroe romanzesco, a giudicare dalla narrazione favolosa delle sue gesta contenuta nel cosiddetto Romanzo di Alessandro, oggetto di svariate rielaborazioni, sia greche che latine, e che suggestionò generazioni di lettori, dall’Antichità al Medioevo.

Di certo lo sviluppo e la diffusione del romanzo presuppone un pubblico altamente alfabetizzato, in grado di leggere un testo in prosa di notevole estensione ma altresì motivato da un desiderio di evasione, diversamente da altri testi in prosa come le opere storiche o i trattati di filosofia, indirizzati a lettori desiderosi di acquisire conoscenze specifiche. La volontà di offrire una lettura d’intrattenimento è invece prevalente negli autori di romanzi, che soddisfano così a una richiesta d’invenzione fantastica, la quale aveva trovato prima d’allora un suo adempimento nella poesia epica (particolarmente nell’Odissea), che essendo composta in versi regolari poteva essere tramandata per via orale, ovviando così alla scarsa diffusione della scrittura. Il ruolo delle divinità tradizionali, che nell’epoca sovrastavano ai destini dei singoli personaggi, è però nei romanzi soppiantato dai capricci della Fortuna, arbitra delle vicende umane, che provoca svolte improvvise nel racconto e repentini colpi di scena; rimane però l’elemento centrale della coppia di amanti separati dalle avversità e destinati a ricongiungersi, che determina lo sviluppo della narrazione.

Si può dunque definire il romanzo come un genere composito, nato dall’incrocio di diverse tradizioni culturali e destinato a una fruizione rapida e superficiale: ma proprio in funzione della sua estrema versatilità e predisposizione ad accogliere le più svariate sollecitazioni da parte del pubblico, esso giungerà ad acquisire nel panorama letterario moderno e contemporaneo una posizione di preminenza.

Il professor Fabrizio Brena ha frequentato la Scuola Normale Superiore laureandosi in Scienze dell’Anti­chità e conseguiendo il dotto­rato in Filologia Classica. Insegna Fi­lologia all’università di Tübingen in Germania, dove è un docente affermato. Ha pubblicato saggi e articoli su riviste specializzate in Italia, Svizzera e Germania; ha inoltre partecipato alla redazione del dizionario La­tino-Italiano per Le Monnier e, per i clas­sici della Bur, ha pubblicato un’e­dizione rivisitata de «Guerra Ci­vile» di Lucano. Fabrizio Brena torna spesso a Bergamo dove coordina gli eventi culturali orga­nizzati dal centro Culturale delle Grazie.

Il secondo incontro è fissato per martedì 12 marzo 2013, sempre in Fonovideoteca alle ore 17.45, dove il dott. Andrea Maffi e la dott.ssa Alessandra Veronese parleranno sul tema: “Introduzione ad Apuleio e tradizione dell’opera”

Sarà un incontro “a quattro mani”, con un rapido excursus per presentare la Roma del II secolo d.C., una biografia di Apuleio che evidenzia i punti di convergenza e di opposizione con il clima culturale e politico coevo. Le opere conservate di Apuleio, con una rapida presentazione di ognuna, per poi passare a L’Asino d’oro: trama, personaggi e tematiche principali. Parleranno inoltre della tradizione del testo: la scoperta del manoscritto Laurenziano 68, 2 (F) del sec XI per merito di Boccaccio a Montecassino. Il furto del testo e la copia boccaccesca (cod. Laurenziano 54,32 (L)).

La diffusione dell’opera nel Medioevo italiano: le riproduzioni a stampa (editio princeps del 1469, a pochi anni dall’invenzione della stampa a caratteri mobili), i primi volgarizzamenti e la diffusione Oltralpe. La traduzione italiana di Matteo Maria Boiardo, segno del rinnovato successo durante il Rinascimento, che vede un ampio utilizzo della tematica apuleiana anche nelle arti figurative.

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Il terzo incontro si terrà martedì 9 aprile 2013, sempre in Fonovideoteca alle ore 17.45. La Dott.ssa Alessandra Veronese “La favola di Amore e Psiche. Amare veramente”.

Introduzione all’ascolto della favola di Amore e Psiche, nucleo narrativo più celebre delle Metamorfosi: trama dell’episodio e individuazione dei miti anteriori e di origine diversa che confluiscono nell’opera di Apuleio. Le molteplici interpretazioni: misterica, filosofica, folklorica e, in particolare, psicanalitica, grazie alla quale si leggerà il percorso di crescita e affrancamento della protagonista nell’esperienza d’amore, che è insieme momento di conoscenza di sé e di apertura all’altro.

Alessandra Veronese, laureata in Lettere all’Università degli Studi di Bergamo, nel 2009 si laurea in Codicologia presso l’Università degli Studi di Perugia. È Cultrice della materia presso l’Università degli Studi di Bergamo, per gli insegnamenti di Archivistica generale, Archivistica per l’editoria e la comunicazione, e Bibliografia e biblioteconomia, sotto la guida della Prof.ssa Juanita Schiavini Trezzi. Catalogatrice di libri, si occupa di storia delle biblioteche e degli archivi bergamaschi.

Andrea Maffi, ha condotto i suoi studi tra Bergamo e Milano, laureandosi dapprima in Lettere e nel 2011 in Scienze storiche. Collabora con la cattedra di Storia moderna dell’Università di Bergamo.

Quarto incontro: martedì 14 maggio 2013 alle ore 17.45 in Fonovideoteca. La prof.ssa Beatrice Gelmi parlerà sul tema: “Giovanni Boccaccio legge l’Asino d’Oro”

Apuleio e Boccaccio, due grandi autori, due scrittori affascinanti, dotati di notevole capacità narrativa che, pur nella diversità di tempi storici, di ambienti culturali e di finalità poetiche, condividono la medesima capacità di affabulazione, convinti che in essa ci siano delle grandi potenzialità che permettono di indagare sulla natura dell’uomo, mettendone in luce vizi e virtù, in un percorso di presa di coscienza e di evoluzione.

Nell’ottica di una rilettura, alla ricerca di qualche chiave di senso, sarà focalizzata l’attenzione  sulle due novelle del Decameron, la seconda della settima giornata e la decima della quinta giornata, che riecheggiando con molta evidenza gli episodi raccontati nel capitolo IX delle Metamorfosi, rispettivamente ai paragrafi 5-7 e 14-30, permetteranno di gustarne analogie e differenze.

Beatrice Sacchiero Gelmi, insegnante di latino in congedo, ha collaborato con l’Università di Bergamo, il TTB, il teatro Donizetti e biblioteche della città, promovendo eventi culturali. Sue pubblicazioni riguardano il teatro, la letteratura latina e la storia e cultura di Bergamo  (sua è la guida turistica “Bergamo passo passo”); dal 2003 ha intrapreso una serie di iniziative per la divulgazione della Divina Commedia di Dante Alighieri. La sua idea di leggere integralmente il testo ha incontrato il favore del pubblico, che la segue presso la biblioteca “Gavazzeni” e presso la Biblioteca “Pelandi”. Un  ricco repertorio di immagini, tratte dagli illustratori di Dante, a partire dai codici miniati del XIV secolo fino alle pubblicazioni dei giorni nostri, correda e facilita la spiegazione dei canti. Per Terza Università ha tenuto un corso triennale su “Dante e la Bibbia”.

Dal 2010 collabora anche con la “Società Dante Alighieri”. Ha sperimentato inoltre una interessante lettura drammatizzata della Commedia con studenti dell’Università di Bergamo.

sabato 18 maggio 2013

Prof. Liliana Moretti

Visita guidata alle dimore storiche decorate con gli affreschi che evocano Amore e Psiche: Palazzo Moroni e Palazzo Morando.

Ultima ora: in occasione degli incontri verranno esposte in Fonovideoteca alcune “Sculture mitiche – Le metamorfosi della materia ” di Marino Ghinatti, dove l’artista interpreta le mitiche figure del romanzo di Apuleio. Marino Ghinatti, dopo una fortunata carriera manageriale nel campo del design e del marketing tessile per i più importanti marchi italiani, è ritornato alla pittura, alla scultura e agli studi di storia e archeologia che, in gioventù, lo hanno indotto a partecipare a campagne di scavo e di immersioni archeo-subacquee in Calabria e in Puglia.

 

 

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