Mamma e papà, voglio Sophie!

Vi state chiedendo chi è Sophie? Per i genitori francesi non è certo una novità; è uno dei giocattoli più venduti oltralpe: 800.000 pezzi acquistati solo nel 2012!
La simpatica giraffa dal collo lungo ha conquistato i bambini di tutto il mondo, la sua ricetta è semplice caucciù al 100% e colori alimentari, oltre alla tenerezza che la contraddistingue.

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E ora sbarca anche in Italia, pronta a far innamorare tutti, soprattutto i più attenti al vivere bio, infatti, viene prodotta artigianalmente. Per realizzarla occorrono più di 14 operazioni manuali. Il nome le è stato dato dal suo ideatore che nel 1961, a Parigi, iniziò la produzione del fortunato gioco, nel giorno di Santa Sophie. La giraffina, a parer di mamma e papà, sembra essere indispensabile quando i piccoli mettono i primi dentini!

Perché scegliere un giocattolo bio?

Non è certo un ritorno all’amata trottola di legno, ma accanto agli scaffali di videogames sopravvivono ancora giochi più semplici che stimolano la creatività e l’ingegno, e i più piccoli non sembrano disprezzare. È una tendenza che va contro le statiche: il 17,6% dei bambini riceve il telefonino in un’età compresa tra i 6 e i 7 anni, mentre il 10,1% ha avuto il cellulare prima dei 6 anni.
Quindi perché – di fronte a questa fotografia di un’infanzia sempre più ‘iperconnessa’ scattata dal rapporto nazionale sulla condizione dell’infanzia e dell’adolescenza realizzato da Eurispes e Telefono Azzurro – scegliere la strada ecologica?

Un gioco è bio perché realizzato con materiali naturali, che rispettano l’ambiente, come ad esempio il cotone bio, la lana vergine bio o il legno non trattato inoltre, anche le tinture, le pitture e le finiture rispettano parametri biologici. L’aspetto più interessante di questi giocattoli risiede soprattutto in ciò che essi non contengono, prima di tutto non ci sono materiali tossici, ma soprattutto dal punto di vista pedagogico, spesso sono giocattoli che permettono la sperimentazione, e lasciano spazio alla fantasia, oltre che insegnare il rispetto per la Natura, come lo vediamo sotto.

Costruisco il mio giocattolo

Fino agli anni ’60, in Italia era una consuetudine per i bambini sperimentare con le mollette da bucato, o con le latte di conserva, oggi ci sembra una novità, anzi una rarità. Navigando sul web, è possibile imbattersi in tutorial che spiegano dettagliatamente progetti, per realizzare aeroplani di cartone, macchinine dalle lattine di coca cola, insomma per divertirvi con i vostri figli, con un occhio attento al riuso! Infine bellissima è l’idea avuta da Readymech, che vi insegnerà a fare capolavori con un semplice foglio da stampante.

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Occhio all’etichetta

Non tutti sanno che per poter vendere un giocattolo all’interno della Comunità Europea, sono necessarie delle certificazioni e il marchio di sicurezza CE, che stabiliscano l’integrità e la sicurezza del prodotto stesso, esistono produttori coscienziosi e scrupolosi che non si accontentano e per questo richiedono una certificazione aggiuntiva, il marchio “giocattoli sicuri”. Un orsetto che abbraccia un salvagente è il logo per riconoscerlo.

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Dove cercare:
www.sophielagiraffa.it
www.readymech.com
www.paper-toys.com

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