Matteo Giovanelli, talentuoso videomaker bergamasco, al lavoro con Alina Marazzi

1. In cosa consiste la tua attività di videomaker?

Domanda difficile. Sintetizzando direi che consiste nel produrre, cercare, costruire ed assemblare oggetti audiovisivi secondo una sequenza temporale, da candidare all’apprezzamento di un pubblico. In particolare, produco audiovisivi “lineari” e “non lineari”, potremmo definirli “Flussi audiovisivi non identificati” per cui la loro classificazione è piuttosto difficile. Mi piace mettere in crisi le catalogazioni e il linguaggio, anche appunto cinematografico, e cerco di farlo attraverso le tecniche che ho acquisito nei molti anni di studio degli strumenti con cui lavoro. Un esempio potrebbe essere Fratello69, selezionato in vari festival nazionali ed internazionali, un cortometraggio in cui gli animali diventano “attori” di un piccolo avvenimento drammatico.Tematicamente prediligo la fantascienza poiché mi permette di giocare in territori dove appunto c’è da “inventare” mondi. Infatti sono in fase di post-produzione su due progetti dal respiro sci-fi;Aymen, in cui è centrale la figura del clandestino visto in un ambiente futuribile (un parigino è costretto ad emigrare su Venere); Chronodeon invece è un audiovisivo di ricerca (un esperimento, potremmo dire), in cui è centrale il concetto “uomo-tecnica e memoria” dopo l’Apocalisse. Sul mio canale Vimeo è possibile visualizzare i trailer di tutti questi progetti:www.vimeo.com/matteogiovanelli

Matteo Giovanelli

2. Il brano musicale “Animal’s Eyes“, di cui hai diretto il videoclip, è stato scritto apposta per il film Tutto parla di te

Sì, il brano scaturisce dalla collaborazione dei Ronin direttamente sulla tematica del film e dal rapporto che intercorre fra la band e Alina; hanno infatti già collaborato insieme per il suo precedente documentario, Vogliamo anche le rose.
3. Quanto è durata la lavorazione del videoclip?
Le riprese del videoclip sono state effettuate durante le riprese del film stesso, quindi circa una ventina di giorni. Mentre la post-produzione, che ho curato nella mia modalità “in solitaria”, circa tre settimane.

4. Hai anche girato anche alcune scene del film?

Sì, alcune immagini di Tutto parla di te sono state affidate in cura ad una piccola troupe molto leggera, che ero stato incaricato di dirigere. Si tratta di due generi di materiali: sequenze dal sapore più documentaristico (riguardanti gli ambienti ospedalieri, ravvicinatissimi piani di animali e donne in gravidanza); sequenze, per così dire, di sapore più “lirico”, cioè il “Ballerino sul terrazzo”, “Elena e il canneto” e qualche “Donna con il bambino”.

5. È la tua prima collaborazione con Alina Marazzi? Come l’hai conosciuta?

Sì, la prima, ma la conosco da molti anni essendo stata mia docente alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano.

tuttoparladite

6. Progetti futuri?

In cantiere ho da finire un cortometraggio di “fantascienza alternativa” che parla di un viaggio clandestino fra la Terra e Venere. Nel breve periodo invece sto lavorando ad un altro film di “fantascienza” ancora una volta incentrato sulla maternità e la creazione con protagonisti proprio Alina e suo padre/figlio, ma non posso svelare di più.

Davide Comotti

Bergamasco, classe 1985, dimostra interesse per il cinema fin da piccolo. Nel 2004, si iscrive al corso di laurea in Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Bergamo (laurea che conseguirà nel 2008): durante gli studi universitari, ha modo di approfondire la sua passione tramite esami di storia, critica e tecniche del cinema e laboratori di critica e regia cinematografica.

Diventa cultore sia del cinema d’autore (Antonioni, Visconti, Damiani, Herzog), sia soprattutto del cinema di genere italiano (Fulci, Corbucci, Di Leo, Lenzi, Sollima, solo per citare i principali) e del cinema indipendente di Roger A. Fratter.

Appassionato e studioso di film horror, thriller, polizieschi e western (soprattutto italiani), si occupa inoltre dell’analisi di film rari e di problemi legati alla tradizione e alle differenti versioni di tali film.

Nel 2010, ha collaborato alla nona edizione del Festival Internazionale del Cinema d’Arte di Bergamo.

Esordisce nella scrittura su “La Rivista Eterea” (larivistaeterea.wordpress.com). Attualmente scrive su ciaocinema.itlascatoladelleidee.itmondospettacolo.com. In precedenza, ha curato la rubrica cinematografica della rivista Bergamo Up e del sito di Bergamo Magazine. Ha redatto inoltre alcuni articoli per i siti sognihorror.com e nocturno.it.

Ha scritto due libri: Un regista amico dei filmakers. Il cinema e le donne di Roger A. Fratter (edizioni Il Foglio Letterario) e, insieme a Vittorio Salerno, Professione regista e scrittore (edizioni BookSprint).

Contatto: davidecomotti85@gmail.com

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *