Orsi polari a Londra!

Non è carnevale, eppure per le vie londinesi hanno sfilato manifestanti vestiti di bianco accanto ad una maestosa struttura a forma di orso polare, tutto questo per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dello scioglimento dei ghiacciai e difendere lo zone artiche.
L’orso si chiama “Aurora”. È stato realizzato da mani esperte, ben quindici burattinai, con materiali di riciclo, pesa tre tonnellate e misura più di sei metri.
La tappa conclusiva del corteo è stata il palazzo della Shell, il colosso petrolifero. Secondo gli ambientalisti, la compagnia promuove progetti di trivellazione nell’Artico, proprio dove le calotte si stanno ritirando, mettendo in pericolo un habitat molto delicato e tutti gli animali che lo popolano, il cui Re è proprio l’orso. “Aurora” diventa così l’eroina della campagna promossa da Greenpeace: “Save the Artic”.

foto 1orso polare

Pedaliamo per l’Artico

Per questa campagna, il quindici settembre scorso Greenpeace ha organizzato in più di 25 paesi, e 75 città nel mondo, la prima grande pedalata polare della storia.
A Roma, malgrado la pioggia, ben 2.000 persone si sono messe in sella.
In Tailandia i partecipanti hanno piantato alberi di mangrovia.
E in Russia hanno pedalato in 11 diverse città.
Insomma una partecipazione globale! per difendere questa terra, ago della bilancia di del nostro complesso eco-sistema.
Non bisogna essere catastrofici, ma analizzare la situazione in atto e soprattutto non peggiorarla, ecco su cosa vuole porre l’accento la campagna di Greenpeace.

foto2 pedalare

Alcuni dati per riflettere

L’acqua è vita, e i poli, per nostra sfortuna e colpa, si stanno surriscaldando.
Negli ultimi 30 anni abbiamo perso tre quarti della calotta. La nuova frontiera artica per l’oro nero soddisferebbe veramente poco il fabbisogno mondiale, rispetto allo scempio e a al prezzo che il nostro pianeta pagherebbe in termini ambientali; infatti l’operazione di estrazione produrrebbe solo 90 miliardi di barili di petrolio, numeri che corrispondono a soli tre anni di consumi petroliferi!
Per poter trivellare nel polo sono necessari enormi tubi idraulici per sciogliere il ghiaccio galleggiante con acqua calda. Inoltre, gli esperti sostengono che sia quasi impossibile contenere le fuori uscite di petrolio nelle acque artiche.
L’Artico non è una nazione, non ha un esercito che lo difende, deve essere difeso da tutti noi. In meno di un anno quattro milioni di persone hanno firmato l’appello su Save the Artic, fallo anche tu!

Per fare un piccolo gesto per il tuo pianeta, collegati al sito www.savethearctic.org .

foto 3cuore mondiale

Credits foto: @Greenpeace; @Mario Nuzzi.

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