Paghetta

Quel desiderio di indipendenza

Dare o non dare una piccola paga settimanale ai figli? Questo è il dilemma! Un certo atteggiamento di rifiuto da parte di alcuni genitori a dare una paghetta settimanale o mensile ai propri figli sembra davvero strano. Essi ritengono che possa essere in qualche modo dannoso (“ Come li spenderanno?”), oppure sono fermamente convinti che non ne abbiano bisogno (“ Basta che chiedano e noi gli diamo tutto quello che vogliono.”) e questo indipendentemente dalle loro possibilità economiche.

Ma il denaro permette la realizzazione di un autentico desiderio di indipendenza, di autonomia. È anche un desiderio di crescere che è allo stesso tempo materiale ed affettivo e andrebbe assecondato per diversi motivi: con qualche soldo in tasca i ragazzi non reclamano più niente ai genitori e non si sentono più frustrati nel chiedere (per alcuni particolarmente timidi o inibiti chiedere qualcosa ai genitori può essere particolarmente difficile); e con i propri risparmi possono comprarsi ciò che desiderano, acquistare liberamente dei veri regali per le persone che amano senza passare attraverso un intermediario come la mamma, il papà o i nonni.

La mancia ha il pregio di responsabilizzare, di stimolare il senso di organizzazionedi bambini e adolescenti, obbligandoli a fare delle previsioni e a confrontarsi con la realtà degli adulti. Se ad esempio un ragazzo deve acquistare di tasca propria una rivista che costa 3 o 4 euro e la sua mancia settimanale è di 5 si organizzerà in modo tale da soddisfare questo suo desiderio. Allo stesso modo quando desidererà un oggetto più costoso dovrà mettere da parte la mancia di più settimane o si ingegnerà per racimolare qualche soldo extra fino a che avrà raggiunto la cifra necessaria per acquistarlo. Imparerà così a gestire da solo i propri risparmi prendendo coscienza del valore delle cose e del sacrificio per ottenerle.

Naturalmente occorre che i genitori pongano delle regole ben precise e non diano troppi soldi in mano ai figli: con molto denaro in tasca potrebbero venire emarginati dai compagni con possibilità più modeste, oppure attirare l’attenzione di altri più interessati. Inoltre, tutto deve essere proporzionato all’età del ragazzo; i genitori, se possibile, non dovrebbero interferire con le spese dei più grandi e dare più di quanto pattuito. Daranno un aiuto ai figli più piccoli nel gestire queste piccole somme, ma solo se essi lo chiederanno esplicitamente. I figli, a loro volta, non dovranno chiedere soldi in più con la scusa di averli terminati o perduti, ma aver pazienza e attendere la paghetta successiva. E’ molto importante che nonni e parenti vari trovino un accordo con i genitori sulle eventuali somme da regalare ai ragazzi, anche se certamente vi sono occasioni (festività, compleanni, etc.) per offrire qualcosa in più.

Non dimentichiamo comunque che l’affetto dei figli non si compra col denaro e che un ragazzo può dare una mano ai genitori senza che essi si sentano in obbligo di pagarlo ogni volta che si rende utile, anche perché le sue richieste potrebbero di volta in volta aumentare.

Insegniamo ai nostri figli che l’amore, la gentilezza e l’attenzione per qualcuno non hanno prezzo.

Bibliografia

C.Lorin , P.Demachy, “ La psycologie de l’enfant et de l’adolescent”, Ed. Privat, Tolouse

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