Presentazione rubrica Noi come Voi, Voi come Noi

Mauro Biani – 2010

In questa rubrica partiremo sempre da un concetto perché è indispensabile capire quale è prima di tutto la percezione che si ha di una cosa.

Vorrei intraprendere con voi un percorso che toccherà varie materie, per esempio la filosofia politica,  con la quale si osserva e si analizza l’uomo nelle sue attività pubbliche, nell’impegno negli  affari dello stato e nell’organizzazione della comunità, oppure la sociologia per capire al meglio le dinamiche che caratterizzano la società, i comportamenti dei gruppi e le tendenze che caratterizzano il nostro tempo.
E’ importante conoscere il più possibile di queste materie perché i metodi di “gestione del potere” e di “organizzazione sociale” sono alla base di ogni comportamento sociale e della visione economica generale.

Se adottiamo per esempio il concetto di politica che ci ha insegnato aristotele, semplificando, possiamo sintetizzarne il significato come il mezzo che ci fa comprendere le dinamiche che gli “amministratori del potere” mettono in atto per perseguire lo scopo del “buon governo”.

Per iniziare la nostra analisi dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti necessari per comprendere le differenze di prospettiva e di ruolo tra i vari “attori” della società, le cause che hanno portato la distanza tra il “mondo politico” e la “società civile” a livelli che in Europa non si registravano da prima della rivoluzione francese.

Lo faremo con esempi ed episodi che quotidianamente mettono faccia a faccia cittadino e istituzioni ma anche cittadino e cittadino e perché no, istituzioni e istituzioni, alterneremo la tecnica del dialogo ipotetico, quella che si potrebbe sviluppare tra due persone, a quella analitica e comparativa per ritrovare origini e cause, con l’intento di contribuire a ridurre per mezzo della conoscenza, la distanza tra politica e cittadino. Facciamo questo ammettendo che il più delle volte la causa di controversie e talvolta pregiudizi è da imputare in parte alla non-conoscenza dei procedimenti e delle norme.

Dobbiamo necessariamente partire dall’analisi dello stato di fatto per comprendere meglio le cause, le ragioni e quindi la logica che ci hanno portato alla situazione attuale. Oggi possiamo constatare che la non-conoscenza ci ha portato ad avere una contrapposizione tra tecnici ed eletti, che vivono quotidianamente i meccanismi della politica, e i cittadini che non solo non vivono i meccanismi ma non li conoscono e quindi in qualche modo li subiscono.

Confrontiamoci

La responsabilità di questa non-conoscenza è di tutte e due le parti.

La prima, i tecnici e gli eletti: sono una platea molto ristretta di persone che “conoscono la macchina” e che colpevolmente negli anni hanno sempre meno coinvolto i cittadini nelle loro organizzazioni (partiti) e che quindi hanno disertato ad uno dei loro compiti primari ed essenziali, la promozione della partecipazione.

La seconda, i cittadini: caratterizzati da una scarsa partecipazione, volontà di penetrazione nei processi politici, partitici, da un generalizzato disinteresse nei confronti della “cosa pubblica”. Escludo dal mio ragionamento alcune realtà associative che si muovono più che altro su temi di carattere culturale e sociale da scarsa potenzialità rappresentativa. Tutto viene delegato attraverso il voto al sistema dei partiti,  troppo spesso i “premiati” alle elezioni perchè valutati, cioè scelti, non tanto per le loro proposte o posizioni, ma sull’onda delle emozioni e dell’appeal mediatico del momento. questo perché i cittadini non sono in possesso di tutti i dati e le informazioni necessarie per giudicare.

Importante quindi è la formazione, l’educazione civica nelle scuole, a casa, la curiosità da parte del cittadino di conoscere, raccogliere elementi per farsi un’opinione per scegliere i propri rappresentanti con coscienza. Prima di tutto però è necessario che si recuperino le nozioni, i principi base della società quali il concetto di stato e la conoscenza dell’organizzazione dello stesso, il valore del ruolo del singolo cittadino, dei gruppi formali ed informali formati da più cittadini e il concetto di bene comune.

E’ una strada lunga e tortuosa quella che intendo fare con voi, ogni settimana vi proporrò nuove riflessioni nella speranza che possiate apprezzarle, commentarle e che possano far scaturire in voi la voglia di partecipare.

Vi saluto. Alla prossima.

Plesios

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