Questa sera grande spettacolo

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“Questa sera grande spettacolo” è il titolo dell’opera andata in scena al Teatro Sociale di Bergamo, realizzata dall’attore di teatro e di cinema, Sergio Bini, in arte Bustric.

L’attore, oltre ad essere noto al grande pubblico per aver recitato accanto a Roberto Benigni ne “La vita è bella” nel ruolo di Ferruccio Papini, ha anche preso parte a film meno noti come “Quartiere” di Silvano Agosti e ha recitato in vari sceneggiati televisivi.

Sergio Bini, dopo aver praticato teatro sperimentale negli anni dell’università, frequenta a Parigi la scuola di circo di Annie Fratellini e Pierre Etaix e quella di pantomimo di Etienne Decroux. A Roma continuerà a studiare pantomimo con Roy Bosier.

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Allo spettatore piace essere ingannato, tant’è che paga un biglietto per assistere a giochi di magia che sono pure illusioni ottiche”, afferma l’attore, ed ecco che il teatro, finzione per eccellenza, diventa il luogo ideale in cui sperimentare giochi di prestigio. “Questa sera grande spettacolo” è costituito da una serie di piccoli trucchi e giochi di prestigio che lasciano spiazzato lo spettatore, il quale trae divertimento e stupore proprio dall’inganno.

Ecco quindi il numero della pallina che scompare e ricompare all’improvviso o quello della manipolazione della sigaretta o della corda tagliata in più parti che subito si ricompone tornando ad essere un unico pezzo.

Travestimenti, numeri di clownerie, bauli magici, sono solo alcuni dei numeri rappresentati dal grande artista.

Ciò che colpisce, oltre alla bravura dell’artista “mago” è anche la capacità di cambiare sembianze manipolando un unico, semplice oggetto, come può essere un cappello bucato che gli fa assumere di volta in volta sembianze e ruoli diversi: ecco così l’attore trasformarsi in una statua egiziana, in un bebè urlante, in Napoleone o in un pompiere. Il testo è stato scritto dall’attore stesso ed è il risultato di numeri di magia presi da altri suoi lavori precedenti. Agile e veloce nei cambi d’abito, gli bastano pochi oggetti da maneggiare in scena per stupire lo spettatore. Un baule, una corda, un cappello, delle palline, musiche, effetti sonori e bolle di sapone, ed ecco che in un baleno prende vita lo spettacolo.

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L’arte dell’inganno e l’elemento magico presente in scena, del resto, hanno da sempre affascinato gli spettatori, non solo a teatro ma anche al cinema, andando a recuperare quel filone del cinema delle attrazioni il cui principale esponente, all’inizio del ‘900 fu Jorge Méliès, il mago prestigiatore che utilizzò la settima arte agli albori della sua storia per sperimentare trucchi e giochi di magia.

Bustric, proprio come Méliès, usa il trucco e l’inganno per lasciare di stucco il pubblico, che proprio nel momemto in cui pensa di aver capito il trucco, viene smentito dall’attore e si trova un’altra volta spiazzato. Anche la quarta parete viene abbattuta sin dall’entrata in scena di Bustric, che compare non sul palco bensì in mezzo al pubblico e si rivolge in prima persona agli astanti invitando alcuni volontari a salire sul palco per aiutarlo nei suoi trucchi magici. Alla fine il teatro è anche questo: finzione, evasione, magia e con Bustric grandi e piccoli vengono accompagnati in un mondo fantastico dove anche l’impossibile diventa possibile.

“L’essenziale è invisibile agli occhi”, recitava il protagonista de “Il piccolo principe” e così anche il teatro può diventare il luogo in cui attraverso dei trucchi di magia ci può insegnare che valori come la capacità di stupirci, la condivisione e la passione che smuove il nostro animo sono qualcosa di profondo che ci appartiene.

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