Rallentare il passo

“Fortunato quelli che conobbe gli dei agresti”, Virgilio così esaltava la figura dell’agricoltore, che può raggiungere la saggezza con l’arte dell’attesa. Nel mondo in cui viviamo, possiamo realmente seguire l’esempio del fotografo francese, Alain Laboile, e far diventare “la casa in cui viviamo, la vicina foresta e il ruscello, il nostro universo”, come racconta nel suo libro At the Edge of the World?

Chi intraprende questo progetto non solo è un appassionato della vita all’aria aperta, ma apprezza il sacrificio e poi la soddisfazione di un lungo lavoro; cosa c’è di meglio che avere sulla tavola pomodori “handmade”! Senza dimenticare che la pratica dell’auto sussistenza – ho un appezzamento, produco ortaggi e frutta, e risparmio – ha benefici psicofisici non indifferenti; vari studi dimostrano, infatti, come il contatto con la terra e i tempi dei raccolti, aiutano a combattere stress e ansia.

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Non si tratta tuttavia di un ritorno al passato. Sempre più spesso queste pratiche si basano su tecniche avanzate, che hanno tutte un leitmotiv: “Io amo la Terra e produco quanto serve”. Vedi la Permacultura, che non solo sfrutta in maniera adeguata la terra, ma attua strategie per sviluppare energie pulite. Questi metodi servono a rallentare il passo.

In Europa, Sepp Holzer è riuscito a trasformare dei ripidi pendii montani a 1.500 metri sul livello del mare in una rigogliosa e produttiva fattoria, visitata da persone di tutto il mondo che vengono per imparare:

http://www.krameterhof.at/cms60/index.php?id=151

Per i più scettici, o i più curiosi che… un pensierino lo farebbero volentieri, il mese prossimo vi porteremo nell’universo di un Bergamasco con le mani nella terra.

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