Scegliere

Costituzione della Repubblica Italiana, Art. 1: L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

Normalmente siamo abituati a sentire questa citazione della nostra Costituzione quando vengono trattati temi legati al mondo del lavoro. Oggi con voi vorrei trattarne un altro aspetto, la sovranità e lo Strumento per esercitarla: il voto, come tale la scelta.

La conoscenza ai nostri giorni è accessibile molto più di quanto lo fosse in passato. Non ci sono più “alibi”, non ci sono più gli ostacoli, che in passato rendevano inaccessibili le informazioni e le nozioni, a noi necessarie per conoscere e saper giudicare le cose con una base di sapere oggettivo, che ci danno la possibilità di scegliere secondo scienza e coscienza. La parola più significativa diventa dunque “Scegliere“. Ultimamente in Italia è diventata una parola tabù, abbiamo perso anche il senso stesso del termine nonostante la nostra esistenza sia piena di scelte da dover fare. Scegliere è come la risposta alla domanda.

Si può scegliere in diversi modi, c’è chi sceglie dopo aver analizzato tutti gli elementi e dopo essersi convinto della bontà della scelta che andrà a fare (1° metodo), chi sceglie invece per mezzo di un “suggerimento” che può venire dai mezzi di informazione, dalla moda, dal conformismo (2° metodo) e c’è anche la scelta non ponderata, la scelta del caso, del testa o croce (3° metodo).

Se la domanda in questione fosse: Meglio passare le prossime vacanze al mare o in montagna? E’ chiaro che qualunque dei “metodi di generazione della scelta” elencati sopra si utilizzi, l’effetto non produrrà dei danni particolari, tutt’al più ci potremmo trovare pentiti per aver scelto l’una o l’altra meta. Se la scelta fosse invece più delicata, come potrebbe essere quella fra il sottoporsi o meno ad un operazione chirurgica, è chiaro che il primo metodo di scelta, quello che possiamo definire senza dubbio il più “ragionato”, sarebbe il più indicato.

Questi esempi riguardano le scelte dei singoli che riguardano i singoli stessi oppure una cerchia limitata di altri singoli coinvolti, altra cosa invece sono le scelte che i singoli sono chiamati a fare relativamente a cose che non riguardano solo il singolo ma che coinvolgono tutti. E’ il caso delle scelte politiche, delle elezioni.

Bisogna ricordare che scegliere significa anche decidere, prendere una posizione, assumersi la responsabilità della propria scelta. Etimologicamente poi, guarda caso, scegliere deriva dal termine latino “ex-ligere” (eleggere).

Scegliere è di per se un atto politico, scegliere chi ci rappresenta è il momento più importante di una democrazia, è l’elemento più importante che la identifica come.

Scegliere i propri rappresentanti oggi ci sembra una cosa banale, invece la possibilità di votare si è resa possibile dopo una dura e lunga conquista, costata la vita a milioni di persone che hanno lottato per un principio che ora noi “snobbiamo”.

Purtroppo negli ultimi anni, se non decenni, in Italia le scelte elettorali, sono state fatte soprattutto seguendo il secondo ed il terzo metodo, sull’onda delle emozioni (somministrate dai media in varie forme), delle simpatie “a pelle”, della tendenza del momento, oppure per “partito preso”.

Per logica dovremmo scegliere secondo quanto sostenuto dal primo metodo: analizzare, cercare di acquisire più elementi possibili utili a fare una scelta consapevole.

E perchè non facciamo così?

Perchè comunque la conoscenza richiede del tempo per essere acquisita.

Perché non conosciamo il reale valore del nostro voto.

Perché siamo convinti che in qualunque caso “non cambierà nulla”.

Questo nostro atteggiamento rispetto alla rappresentanza ci ha portati alle situazioni che oggi leggiamo sui giornali. Cosa ancor più grave è il fatto che non ci sfiora nemmeno per un istante il pensiero che è anche colpa nostra.

Alla prossima…

Plesios

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