SCHIAVITÙ

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“Volete prevenire i delitti? Fate che i lumi accompagnino la libertà.”
(Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene capitolo Le Scienze)

In natura abbiamo da poco (rispetto alle migliaia di anni di presenza dell’homo sapiens sapiens) accettato l’esistenza del concetto di “società animale”, e l’esistenza di codici comportamentali tipici di ogni popolazione animale esistente. Questo percorso di studio zoologico ci ha messo di fronte a similitudini sociologiche, tra comportamenti umani e animali, che ci hanno fatto riflettere.

Fatte queste scoperte, fondamentali per contestualizzare correttamente lo studio ecologico dell’ambiente in cui siamo inseriti, possiamo affermare con tutta tranquillità che in natura le nostre società, di per sé diverse in molti aspetti, hanno similitudini con le forme di società animale. Abbiamo però un distinguo caratteristico, ossia un aspetto sociale di nostra esclusiva appartenenza,  solo noi (che siamo animali del regno animale) siamo in grado di generare la schiavitù, un’effetto sociale tipicamente umano dal singolo significato logico (fattore importante) immediato: privare totalmente della libertà per fini personali.

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Dopo questo primo passaggio, e soffermando la riflessione sulla perdita di libertà che la schiavitù comporta, si può dire dettagliatamente, ma senza essere certi di aver individuato il significato universale, che essa sia la privazione della possibilità di libero arbitrio (garantito anche dalla visione religiosa nel rapporto tra ogni persona e Dio1), che altro non è che la perdita della possibilità di scegliere, fallire e determinare un cambiamento, libero, nella propria vita.

7602-1La schiavitù, dunque, fa parte della sola storia dell’essere umano; è un prodotto comune a tutte le società ad esso legate; e il fine personale, privo di qualsiasi confronto sociale, è uno dei punti di partenza da cui si genera.

Ogni società dell’essere umano ha prodotto schiavitù. Se possiamo però definirla una caratteristica delle singole società, dobbiamo anche accettare che da un certo momento essa divenne una questione mondiale, riproposta in tutte le parti del mondo secondo codici comuni, e sostenuta in modo industriale dalle libere società europee e arabe.

1013555_477525565672213_1030371544_nFacendo un rapido passaggio storico, ma senza addentrarci troppo nei secoli, nella storia delle popolazioni mondiali, e restando in Europa, scopriamo che nel tardo impero la religione cristiana condannò formalmente la schiavitù (la cattolica Repubblica della Serenissima la abolì nel 960), ma ne recepì gli aspetti economici, arrivando a tollerare nel basso medioevo uno dei fenomeni caratterizzanti l’intera società europea: la servitù della gleba, che regolamentata nell’età “moderna” con l’editto del re Federico I di Danimarca nell’anno 1524, resistette in Europa diversi secoli, e nel caso del grande regno di Russia durò sino al XIX secolo2. 

N2023096446el periodo delle crociate e sino alla battaglia di Lepanto, non solo i pirati saraceni, come quelli di Uluç Alì Pascià ricordati da Cervantes nel “Don Chisciotte”, spadroneggiarono nel mar Mediterraneo sovvenzionandosi con il mercato degli schiavi; anche i cristiani con particolare impegno di spagnoli e portoghesi in primis, usarono lo schiavo, soprattutto le schiave, come merce di scambio. La storia dello schiavismo ci fa inoltre scoprire un suo aspetto economico quale il  “riscatto”, che è una pratica molto antica e interna al fenomeno. Un esempio che ne da il senso del tempo, anche se si dubita della sua veridicità, è la vicenda di Platone che reso schiavo venne riscattato da un amico. La sua odierna riscoperta, negli esodi dei popoli africani o nei pochi casi che coinvolgono abitanti dei paesi ricchi, può stupire solo chi dimentica la realtà nella sua complessità storica e nella sua abitudinarietà.

La schiavitù, anche sulla base di queste considerazioni, non può essere valutata come un fatto discutibilmente umano, ma è un aspetto esclusivamente umano.

E le libere società europee? Nei secoli in cui l’Illuminismo introdusse l’età della ragione3 aprendo il sapere all’uomo in quanto persona dotata di intelligenza, e gettò le basi dei cambiamenti sociali che intercorsero tra il XVIII e il XIX secolo, su tutti la Rivoluzione Francese, in cui si sancì su carta l’uguaglianza tra tutte le persone, le navi negriere dei principali governi “illuminati” e delle future società modello (Francia, Olanda, Inghilterra) solcavano i mari cariche di schiavi “negri”. Esseri inferiori, sottomessi e sfruttabili, che alimentarono la manodopera nelle piantagioni di zucchero, caffè, cotone in varie parti d’America.

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La schiavitù fu riconosciuta come forzatura e abominio legale, venendo abolita da più stati solo nel XIX secolo. In Inghilterra e negli Stati dell’Unione americana4 ci furono aspre battaglie politiche, la Francia fu l’ultimo degli stati illuminati ad abolirla nelle proprie colonie, in netta contraddizione con “La dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino” di soli cinquantanni prima.

Oggi siamo ancora in un periodo transitorio, dove il razzismo, il nazionalismo della prima guerra mondiale, e i totalitarismi durante e post seconda guerra mondiale, ma soprattutto i lunghi effetti negativi del colonialismo europeo, stanno producendo disastri sociali su base razziale, religiosa e ideologica, per cui esistono esseri inferiori da eliminare, brutalizzare, violentare: schiavizzare. La storia insegna quanto questo sia sbagliato. Lo schiavismo contemporaneo, dopo aver analizzato nel dettaglio quello moderno, è quanto di più orribile possa esistere. Le società non possono tollerarne l’esistenza e la connivenza. Se noi siamo parte integrante della società e ci sentiamo come tali suoi membri, dobbiamo accettare l’impegno di combatterlo, non più solo con la legalità, ma con l’educazione all’integrazione, al rispetto  degli individui per la dignità di tutti, perché non esistono razze ma solo persone.

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Note

1) “Il tema da lei proposto è molto importante. Dio crea soltanto il bene. Quanto alla sua domanda ne modifico soltanto il verbo: chi ha causato il male? L’uomo dovrebbe seguire il bene ma è libero e può scegliere. Se sceglie il male ne è lui la causa.” (Papa Francesco in risposta a Eugenio Scalfari http://espresso.repubblica.it/opinioni/vetro-soffiato/2013/12/04/news/francesco-e-il-libero-arbitrio-1.144297)

2) Il fenomeno venne anche ampiamente descritto e raccontato da molti autori slavi tra cui Gogol nel suo “Le anime morte” e da Cechov nei suoi racconti. Fu comunque particolare il caso dell’abolizione della servitù della gleba nell’impero zarista (1861). La sua fine determinò effetti negativi per l’economia dei braccianti,offrendo alla propaganda pre-rivoluzionaria uno degli argomenti chiave su cui lavorare e con cui garantirsi la massiccia partecipazione contadina alla rivoluzione d’ottobre.

3) Testo fondamentale per l’illuminismo italiano fu “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria, che affrontando il tema della punizione e delle leggi gettò le basi per la discussione sull’uguaglianza dell’uomo, scrisse l’autore:”Fate che le leggi favoriscano meno le classi che gli uomini stessi. Fate che gli uomini le temano, e temano esse sole. Il timore delle leggi è salutare, ma fatale e fecondo di delitti è quello di uomo a uomo. Gli uomini schiavi sono più voluttuosi, più libertini, più crudeli degli uomini liberi.”

4) Sin dalla sua nascita, ma soprattutto nel periodo della guerra di secessione, il partito Repubblicano fu per l’uguaglianza delle razze umane, lottò per l’abolizione della schiavitù e fu solo la dura opposizione del partito democratico che frenò il cambiamento del XIII e del XIV emendamento della costituzione americana. Storicamente il presidente Abramo Lincoln, che fu per l’abolizione della schiavitù, restò in linea con il pensiero comune del tempo (gli studiosi hanno diverse teorie a proposito) e non fu per il riconoscimento dei pieni diritti agli schiavi afro-americani liberati. (fonte wikipedia)

Bibliografia

Don Chisciotte di Miguel de Cervantes

Le anime morte di Nikolaj Vasil’evič Gogol’

Egemonie sociali e strutture del potere nel Medioevo italiano, Giovanni Tabacco ed. Pic. Bibl. Einaudi

Lepanto 1571 – La lega Santa contro l’Impero Ottomano, di Niccolò Capponi ed. il Saggiatore

I crociati, di Johannes Lehmann ed. Garzanti gli Elefanti Storia

Plagio: origine e significati antichi e moderni A cura di Raffaella Setti
Redazione Consulenza Linguistica Accademia della Crusca

Fonti per date

http://web.unife.it/utenti/carlo.pancera/testi/cronologia.html

wikipedia

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