Teatro alle Grazie: "Dedicato alle Utopie" (Domina Domna 2014)

Gli anni ’60, i mitici anni della fantasia al potere, della rivoluzione sessuale, dell’emancipazione della donna, sono anche gli anni in cui in Nicaragua, un piccolo paese dell’America centrale che si affaccia sull’Oceano Pacifico e sul Mar dei Caraibi, domina la dittatura di Anastasio Somoza Debayle.

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Il testo teatrale dal titolo “Dedicato alle utopie” e andato in scena venerdì 29 marzo all’interno della rassegna Teatrale Domina Domna è tratto dal libro “Il paese sotto la pelle” della scrittrice, poetessa e giornalista nicaraguense Gioconda Belli che lotta all’interno del movimento sandinista che porterà alla rivoluzione contro la dittatura avvenuta il 17 luglio del 1979. Lo spettacolo è interpretato dall’attrice Silvia Nati che veste i panni della protagonista del romanzo, descrivendo la vita di Gioconda Belli, dal momento in cui entra in contatto con artisti e scrittori del suo paese fino a quando conosce i primi compagni che la coinvolgeranno nella lunga battaglia contro Somoza e contro i soprusi e le ingiustizie che ogni dittatura porta con sé. La sua battaglia non sarà facile, numerosi i dubbi che l’assaliranno sulla scelta fatta di entrare a fare parte del fronte sandinista, costretta a portare avanti una seconda vita in clandestinità, seguita e pedinata dalla polizia che controlla anche la sua vita privata, madre di due figlie che rischia di non rivedere più. Ma i dubbi ben preso si dissolvono, consapevole del fatto che non ci si può tirare indietro per vigliaccheria. Nella vita bisogna avere coraggio e battersi perché le cose cambino, perché tutti gli abitanti del Nicaragua, la sua nazione, possano condurre una vita dignitosa e perché tutti i bambini abbiano di che mangiare e vestirsi. Se tutti contribuiscono anche una nazione può essere salvata. Insieme ai compagni sandinisti, infatti, pur costretta all’esilio e pur vedendo morire molti di loro, la liberazione del suo paese avverrà.

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Tutto il popolo si ribellerà e Somoza con i suoi seguaci scapperà dalla nazione esultante. Di grande impatto visivo la scelta registica di far recidere all’attrice un nastro che tiene tesa una tenda ogni volta che un avvenimento doloroso fa capolino nella sua vita . Il dolore (per il terremoto che distrugge porta via vite umane, per la morte di un compagno) è così forte che è come se qualcosa si fosse spezzato per sempre dentro di lei. Una storia che fa sperare in un futuro migliore, perché le utopie se c’è fiducia e speranza possono trasformarsi in realtà.

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