Teatro alle Grazie: "Niente, più niente al mondo." (Domina Domna 2014)

Ultimo appuntamento della rassegna teatrale domina domna al teatro alle Grazie di Bergamo. “Niente più niente al mondo” il titolo dello spettacolo andato in scena sabato 29 marzo.

Sul palco, l’attrice Crescenza Guarnieri porta avanti un monologo in cui descrive la precarietà della vita sullo sfondo della Torino dei quartieri operai e si lamenta di un’esistenza condotta tra stenti e fatica, senza prospettive di miglioramento o un futuro a cui pensare per la propria figlia. Sulla scena sono presenti un tavolo, due sedie e una bottiglia di vermouth che la protagonista beve per non pensare ai problemi quotidiani che non le danno pace.

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L’attrice rievoca la presenza di personaggi che sono assenti in scena, come la figlia o il marito Arturo, con i quali si immagina di avere un dialogo. Durante la prima parte dello spettacolo l’attrice racconta lo squallore della sua vita familiare: il marito con cui non c’è dialogo ormai da molti anni, i soldi che non bastano mai per arrivare a fine mese e la figlia con cui non va d’accordo. Mentre la madre spera che la figlia possa un giorno migliorare le sue condizioni di vita sposandosi con un uomo ricco o diventando famosa andando in televisione, la figlia aspira invece a una vita semplice e tranquilla. “Il posto in cui vivo non sarà il massimo” legge la madre sul suo diario, “ma sono felice perché in fondo qui sono cresciuta e ho i miei amici d’infanzia”.

Alla fine il dramma. Leggendo il diario della figlia la donna si rende conto di essere vista come una presenza soffocante e che tutti i consigli dati non vengono ascoltati. In presa a un raptus emotivo si ritrova con un coltello tra le mani, entra in camera della figlia e comincia un lungo litigio che termina come molti casi di cronaca nera che spesso leggiamo sui giornali. La donna non si rende ancora conto di quanto avvenuto. Prova a chiamare la figlia ma nessuno risponde. Solo allora capisce che possono esserci solo due possibilità. Un’ultima goccia di vermouth prima che arrivino la polizia e quelli della “Vita in diretta” a fare domande. 

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Quando la disperazione, la sfiducia e la frustrazione conducono a gesti estremi consumati tra le mura domestiche, bisogna pensare che i modelli proposti dalla televisione di un mondo idilliaco e finto fatto di soldi facili e spensieratezza non sono gli unici esistenti. Forse la soluzione sta nel trovare modelli alternativi a cui aspirare. La cultura può essere una via di salvezza, che può aiutarci ad apprezzare anche una vita semplice, fatta di sacrifici ma anche di piccole gioie.  

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