Verità, giustizia, speranza: Letizia Battaglia e le sue fotografie

Letizia Battaglia nasce nel 1935 a Palermo. Si sposa giovanissima, a 16 anni, e ha subito tre figlie. Altrettanto presto si separa dal marito, e nel 1971 si trasferice a Milano, dove lavora per alcune testate giornalistiche che le chiedono di accompagnare gli articoli con alcuni scatti.

Per questo inizia a fotografare, per necessità. In seguito dirà che la sua vita è iniziata proprio allora, dopo aver preso in mano la macchina fotografica. Nel 1974 il giornale L’Ora le chiede di tornare a Palermo e la nomina caporedatore. Non sono anni facili: Letizia fotografa, giorno dopo giorno, i delitti mafiosi, gli arresti, i processi.

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Essere una donna fotoreporter in quegli anni non è semplice: non vieni vista di buon occhio in un ambiente totalmente maschile, devi sgomitare per farti avanti, devi scattare prima che portino via il cadavere. Devi essere sempre pronto, perchè non esistono internet o i cellulari: Letizia racconta che dalla redazione erano agganciati illegalmente alle radio della polizia, e ad ogni segnalazione lei e i suoi colleghi erano pronti a precipitarsi in strada e fotografare. Tante volte sapevano solo l’indirizzo, a volte arrivavano addirittura prima della polizia.

“Ho sognato spesso di bruciare i miei negativi della cronaca degli anni ’70, ’80 e un po di ’90. Per disgusto, forse per disperazione. Per annullare dalla mia vista lo schifo che aveva vissuto Palermo.”

Dopo le stragi di Capaci e Via D’Amelio, in cui persero la vita Falcone e Borsellino, Letizia Battaglia decise di smettere di fotografare.

Non ce la faceva più: troppe morti aveva visto, troppo dolore aveva vissuto, troppa nausea aveva provato. E lo racconta bene nelle varie interviste che ha fatto. Ora ha 80 anni, vive ancora a Palermo ed è ancora attivissima per la sua città. Non dimentica però tutto ciò che ha vissuto, e non nasconde un certo rammarico nel vedere che tante cose, purtroppo, non sono ancora cambiate.

“Al giorno d’oggi [i miei scatti] dovrebbero possedere valore in quanto documentazione di fatti storici accaduti, invece rimangono più attuali che mai e questa è la prova inconfutabile che abbiamo perso.”

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Fortunatamente Letizia non brucia i negativi, ma li utilizza per un nuovo progetto, Rielaborazioni. Nel 2004 sceglie tra i suoi scatti di cronaca quelli più dolorosi, che la fanno stare più male e li ingrandisce, li stampa, ci mette davanti un fiore, una bambina, o una donna nuda, e riscatta la nuova fotografia.

In questo modo sposta l’attenzione dell’osservatore, che viene attirata non più dalla tragedia sullo sfondo ma dall’immagine che c’è in primo piano, un’immagine di bellezza, di speranza. Letizia Battaglia ha un rapporto particolare con la figura femminile: è catturata dallo sguardo delle bambine, davanti alle quali non può che fermarsi e rivedere se stessa, a 10 anni, piena di sogni e speranze per il futuro. Nella donna, lei vede la giustizia, vede un modo diverso di condurre il mondo.

Fino al 5 Aprile Letizia Battaglia è in mostra a Palazzo della Ragione. 59 fotografie che arrivano direttamente dal suo archivio e che testimoniano il suo lavoro e la sua grande passione, dal 1974 al 2015. Imperdibile.

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