Visto per voi: Il berretto a sonagli al Teatro Donizetti

Un grande classico di Pirandello torna in teatro con la regia di Valter Malosti. “Il berretto a sonagli”, scritto nel 1916 dall’autore per essere messo in scena per la prima volta dal grande attore Angelo Musco, torna al Donizetti fino al 19 marzo con una rivisitazione originale che punta prima di tutto l’attenzione su un importante lavoro sul linguaggio. Grazie al recupero del dialetto siciliano che scandisce la messinscena, l’opera si compone di una musicalità tutta nuova, e accompagna il vai e vieni dei personaggi che entrano e escono di scena, in un palco labirinto in cui in diverse postazioni sono stati posizionati degli specchi che mettono in risalto i differenti punti di vista da cui la storia può essere guardata, oltre a rendere più dinamici i movimenti degli interpreti.

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Come ha evidenziato Valter Malosti, chi vedrà lo spettacolo avrà l’opportunità di cogliere tutte le sfumature di una lingua molto ritmica accompagnata da personaggi molto moderni. Ciampa, personaggio interpretato da Malosti è stato definito dallo stesso interprete e regista come un buffone tragico, un uomo anziano, un po’ folle nel suo modo di porsi, senza che si riesca mai a comprendere fino in fondo se si tratti di follia vera o recitata. Tutta la messinscena si svolge nella casa della signora Beatrice, moglie del cavalier Fiorica. La gelosa moglie sospetta che il marito la tradisca con l’avvenente moglie di Ciampa, il loro scrivano, e mette a punto uno stratagemma per cogliere i due adulteri in flagranza di reato.

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Non tiene conto però del fatto che in questo modo rischia di infangare non solo l’onore del marito sottoponendolo ai pettegolezzi dell’intero paese, ma anche quello di Ciampa, messo in ridicolo di fronte all’intera comunità. La reazione di Ciampa sarà furiosa e non resterà che inventare qualche stratagemma per salvare l’onore ferito ed evitare lo scandalo. “Quando ho letto per la prima volta il berretto a Sonagli pensavo fosse una storia vecchissima, in ci si parlava ancora di tradimenti, di delitto d’onore. Un testo che apparentemente può sembrare vecchio può al contrario dare degli spunti mettendo in risalto la passionalità estrema di questi personaggi che vogliono difendere qualcosa, ognuno secondo la propria posizione: Ciampa l’onore e le apparenze, mentre Beatrice vuole difendere il suo onore di moglie denunciando pubblicamente il tradimento subìto”.

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I sentimenti che questi personaggi provano in fin dei conti, sono gli stessi di adesso e anche le posizioni prese non si discostano da molte situazioni che anche oggi caratterizzano la nostra contemporaneità: scandali pubblici e tentativi di nascondere tali scandali cercando di salvare le apparenze. Un testo ancora oggi molto attuale e che grazie alla sua comicità beffarda mette a nudo l’ipocrisia della società di allora come quella di oggi, recuperando quella che Leonardo Sciascia definiva come la sofisticazione della morale sessuale: accettare il comportamento riprovevole pur di non far trasparire nulla al resto della società che giudica e condanna. Quando però lo scandalo è già scoppiato non resta che rifugiarsi nella pazzia, l’unica dimensione in cui si può affermare la verità senza rischiare di perdere la faccia.

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