Visto per voi: Lireta, a chi viene dal mare

“Lireta: a chi viene dal mare” è una storia di speranza per chi viene da lontano. Andato in scena al Teatro Sociale giovedì 8 marzo con replica il giorno successivo,venerdì 9, racconta la vera storia della protagonista, Lireta Katiaj, traendo spunto dai suoi diari. Nata in Albania ai tempi del comunismo all’interno di una famiglia povera e numerosa, Lireta è costretta a crescere tra le violenze delle mura domestiche subite dal padre che, ubriaco, ogni sera, percuote Lireta, la madre e i fratelli, vedendo nella figlia femmina in particolare,la causa di tutta la sua miseria. Solo nella scuola la bambina riesce a trovare un po’ di sollievo e grazie al suo buon rendimento scolastico, il partito comunista dispensa denaro alla famiglia che vede finalmente in Lireta un barlume di speranza.
Lireta - Paola Roscioli- ph_Luigi Burroni_LIRETA3Quando il partito cade con la fine del comunismo e la caduta del muro, però, le cose non si mettono bene per la bambina ormai divenuta ragazza, mentre per strada scoppia la guerra civile. I genitori decidono di farla smettere di studiare e di maritarla ,ma Lireta cerca di ribellarsi al suo triste destino, rifiutando ogni uomo che le viene presentato dal padre e scatenando così la sua ira furibonda. Conosce infine un uomo, il delinquente più noto della città e fingendo di avere una relazione con lui riesce a fuggire, fino a che il compagno di fuga risulta interessato solo a venderla come prostituta, insieme ad altre ragazze catturate. Miracolosamente riesce a fuggire insieme a un vecchio amico di infanzia dalla cui relazione nasce una bambina, mentre gli spari e la guerra inondano la città. Da qui nasce la decisione di partire su un gommone per raggiungere la Puglia, l’Italia, l’altra sponda dove, come racconta la protagonista rivolta alla figlia nata da poco: “Là le maestre hanno gli occhi come bambole e può capitare di inciampare in uno scivolo o in un’altalena e si trova tanta cioccolata di tutti i gusti”.
Lireta -2 Anche se le cose non saranno facili in Italia e non tutto sarà rose e fiori, quello di Lireta vuole essere un monito a ribellarsi, a cercare di migliorare la propria esistenza anche a rischio della vita. Una storia molto vicina alla realtà dei migranti le cui vicissitudini, ogni giorno, riempiono le pagine di cronaca dei giornali, facendoci riflettere sulla fragilità dell’esistenza. Portato in scena nel suo monologo dall’attrice Paola Roscioli, con la regia di Mario Perrotta e l’accompagnamento musicale di una chitarra e di un contrabbasso, Lireta è una storia di vita come potrebbe essere quella di tanti migranti che ogni giorno compiono il folle viaggio per raggiungere le nostre coste, nella speranza di un futuro migliore. Una sedia in scena, la musica e la sua voce sono sufficienti a trasmetterci il messaggio e a renderci tutti più partecipi e consapevoli del dramma dell’emigrazione, di vite spezzate desiderose di una rinascita, di una madre disposta a tutto, anche ad affrontare la morte, per salvare la propria figlia dalla disumanità del mondo.

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