Visto per voi: Il visitatore, stagione Teatro Donizetti

foto 1 il visitatore

Sold out per lo spettacolo “Il visitatore” della stagione di prosa 2015/2016 al Teatro Donizetti, andato in scena dal 26 al 31 gennaio. A calcare la scena teatrale Alessandro Haber, già noto al grande pubblico per il suo successo cinematografico e l’attore Alessio Boni. Ci troviamo nell’Aprile del 1938, in una Vienna occupata dalle truppe naziste. In strada i soldati marciano e fanno razzia per le strade, deportando ebrei e dissidenti al regime.

Il professor Sigmud Freud osserva dalla finestra il male causato dalla guerra e dalla cattiveria umana, interrogandosi su uno dei dubbi che da sempre fa parte del pensiero umano: tutto questo male da dove viene? E se dio esiste veramente perché permette che tutto ciò accada?

foto 2 il visitatore

Proprio poco dopo che la figlia Anna viene portata via dai nazisti per essere interrogata e Freud si appresta a passare una delle notti più lunghe e tormentate della sua vita, viene a fargli visita un personaggio insolito che afferma di essere Dio in persona incarnato nel corpo di un uomo. Così il grande filosofo e studioso di tutti i tempi che ha sempre negato l’esistenza di Dio comincia a dubitare sulle sue teorie.

Alla domanda su come mai se dio esiste egli permette che nel mondo ci sia la sofferenza, il bizzarro visitatore risponde che ciò è dovuto al libero arbitrio dell’uomo che ha la libertà di scelta tra il compiere il bene o il male, ma Dio, un Dio che ha creato l’uomo per amore e che è mosso da compassione, ama ogni sua creatura sia nel bene che nel male.

foto 3 il visitatoreLa visita diventa così un pretesto per cominciare una lunga dissertazione filosofica. Dio come invenzione umana, come oppio dei popoli a cui aggrapparsi per giustificare i soprusi subiti durante la vita terrena o Dio come atto di fede in cui credere, che ha creato l’uomo come gesto di estremo amore? Il dubbio rimane e invita a riflettere lo spettatore, che gradisce la comicità dei dialoghi tra i due personaggi, i quali riescono a rendere accattivante un tematica filosofica piuttosto complessa.

Tutto si svolge nell’abitazione del professor Freud, tra le quattro candide mura domestiche, dove sembra impossibile che fuori stia scoppiando l’inferno, un inferno fatto di uomini dai cui errori si può solo imparare per evitare che la storia, una storia macchiata di sangue di innocenti, si possa ripetere.

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