Si apre con “Play Strindberg” la stagione di prosa al teatro sociale. L’opera,in programma dal 18 al 20 dicembre, tratta dal romanzo strindberghiano Danza macabra e scritta dall’autore svizzero Friedrich Durrenmatt vede la regia di Franco Però che allestisce la scena come un ring, con 11 round che mettono in scena diversi momenti del rapporto di coppia tra due coniugi: lui un vecchio capitano dell’esercito e lei un’attrice dei tempi passati, interpretati rispettivamente da Maria Paiato e Franco Castellano. A complicare la situazione interverrà anche un terzo personaggio, il cugino/amante della protagonista, vecchio amico di famiglia e uomo d’affari, interpretato da Maurizio Donadoni.
Ci troviamo all’interno dell’abitazione dei due coniugi durante inizio ‘900, più precisamente all’interno della torre di una fortezza, in un’ambientazione borghese con un tavolo in legno, un divano e mobili antichi. Il sarcasmo e l’ironia pungente caratterizzano fin da subito il dialogo tra marito e moglie, ognuno dei quali incolpa l’altro di non essere riuscito a diventare ciò che aveva sempre sognato, ovvero maggiore l’uno, Edgar e un’attrice affermata Alice, la moglie. Ciò che caratterizza il profilo psicologico dei due personaggi è sicuramente un sentimento di grande frustrazione per aver dovuto rinunciare ai loro sogni a causa del matrimonio.
Neanche i figli, annuncia il marito durante una delle sue discussioni con Alice, sembrano esser cresciuti bene, l’uno espulso dalla scuola e l’altra costretta ad abortire, come se nel loro matrimonio ci fosse già inscritto il fallimento futuro. Mentre rimuginano sui tempi passati, il dottore nella casa di fronte sta dando una festa a cui loro non sono stati invitati e sul più bello fa capolino Kurt, il loro vecchio amico, ufficiale di quarantena. Mentre il battibecco tra i due si fa sempre più serrato, Edgar ha un malore, una delle sue solite crisi, e la moglie ne approfitta per sfogare la sua rabbia, rimproverandogli di essere stato la causa della sua rovina, costretta ora a cucinare e lucidare i mobili dopo che anche la servitù se ne è andata, mentre lei è stata costretta ad abbandonare una promettente carriera.
Riscoprendo la passione sopita nei confronti di Kurt, l’amante di un tempo, la donna prende la decisione di scappare con l’amico di famiglia, ma l’improvvisa malattia cronica di Edgar, aggravatasi nel frattempo, la costringerà ad abbandonare le sue speranze di una rinascita e di una nuova vita lontana dal marito, fuori dai legami coniugali visti come causa della sua disperazione. La famiglia come covo di rimpianti e battibecchi lascia l’amaro in bocca, ma quella stessa famiglia, dopotutto, rappresenta anche uno dei capisaldi fondamentali della nostra società.