Voce ai protagonisti: i laboratori

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Dopo la presentazione del progetto, ecco giunto il momento di entrare nel merito, con una veloce carrellata dei protagonisti : i 4 laboratori.

Illustrazioni a cura di Michele Rota V b LST

I religiosi
I religiosi si sono occupati della parte più armoniosa di tutto il progetto, cercando forsennatamente lo spirito della Natura nei popoli e antichi modi di vivere ormai quasi perduti. I professori Belotti e Cortesi hanno così sconvolto, in modo alquanto innovativo e interessante, il tradizionale modo di fare religione.

I biologi
Gruppo identificabile dai continui sguardi persi alla natura. Ognuno di loro ogni mattina sicuramente si alzava molto presto per osservare il sole nascere, quel sole pronto a far crescere le loro piccole piantine. Questi biologi, come tante accurate mamme, hanno fatto nascere le loro “jatrophine” insieme alla prof.ssa Fanizzi.

I bioeticisti
Il laboratorio di bioetica è formato da quei ragazzi grazie ai quali il progetto non è puro “scientismo” ma anche un’occasione per porsi domande (a volte neanche tanto comprensibili) sul ruolo della scienza e della tecnologia nella società. Capitanati dalla professoressa Chinelli si sono fatti portavoce di un nuovo modo di pensare, un nuovo metodo didattico per non ragionare come macchine ed essere un pò più umani.

I chimici
Riconoscibili dal camice sempre in cartella, questo gruppo guidato dal potente prof. Amboni, hanno puntato a creare un catalizzatore mirato ad un corretto sfruttamento della cosiddetta “energia pulita”. Per quanto possano sembrare innocui, questi chimici sono un’ottima risorsa per il futuro del Natta.

Il testo è stato curato da Chiara Rivellini – V a LST e Michele Campus V a LST

foto labo

Galleria di foto del gruppo di biologia al lavoro

 

Dopo i protagonisti, gli attori non protagonisti: professori & genitori

A volte è facile scoraggiarsi
di Pierluigi Belotti – Insegnante di religione nel progetto scuola21 Itis Natta

“L’evoluzione culturale e multimediale degli ultimi anni interpella la scuola in un modo completamente diverso rispetto al passato. Gli studenti, nativi digitali, abituati a una cultura multitasking si trovano davanti a un’offerta enorme di informazioni, spesso però difficili da gestire e dunque il ruolo degli insegnanti diventa necessariamente orientativo. Ho vissuto e sto vivendo con piacere l’esperienza di “Scuola21” perché mi ha permesso di dialogare con altre materie su un tema di interesse comune e di seguire modalità didattiche differenti. L’argomento da affrontare era vastissimo perché l’ambiente per le religioni è un tema davvero poliedrico. Può essere affrontato a partire dai testi sacri, oppure dalle prassi dei monasteri e dei monaci, oppure dai miti o ancora dalle preghiere e dalle ritualità che coinvolgono direttamente il rapporto uomo-natura, oppure dal punto di vista delle ricadute di certe scelte sulle popolazioni, perché l’uso di un vegetale per creare idrocarburi non può essere definito una scelta neutra che non ha implicazioni sull’essere umano… In ogni caso si tratta di imparare a leggere le realtà che ci stanno intorno e di tradurle in conoscenze utili per scongiurare o ammortizzare scontri o incomprensioni che spesso la società moderna non riesce ad evitare e soprattutto per creare un nuovo modo di interpretare il nostro essere cittadini del mondo. L’esperienza, certamente impegnativa, è stata per me fortemente motivante e anche entusiasmante per molti aspetti, anche se talvolta è facile scoraggiarsi per la difficoltà di comprendere contenuti vastissimi in pochissimo tempo e di far appassionare gli allievi alle tematiche da affrontare per diventare buoni osservatori più che giudici di culture e modi di fare differenti.”

 

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Toc! Toc! Dove siete?
di Attilio Zanini – Genitore V b LSt

All’inizio del progetto ho pensato che il mio coinvolgimento sarebbe stato solamente in qualità di auditore ed ora invece mi ritrovo a scrivere “pensieri” in una rubrica on-line….. emozionante !!!
Scrivo per la seconda volta, anche se in realtà le pubblicazioni avrebbero dovuto coinvolgere come scrittori principali i protagonisti dell’esperienza, ovvero i ragazzi ma anche le altre realtà che hanno partecipato: la scuola e i genitori.
Sembra dunque che il messaggio non sia arrivato o che non sia stato capito/spiegato nei dovuti modi.
Certamente io, avendo fatto parte del tavolo tecnico, sono avvantaggiato in quanto sono informato sulle attività, gli obiettivi e lo stato di avanzamento del progetto. Immagino che la maggior parte degli altri genitori abbiano percepito poco lo svolgimento se non estorcendo qualche parola ai propri figli o sopportando qualche sfogo in merito al sovraccarico di lavoro extra curricolare.
Mi sembra quindi che sia mancata l’informazione: probabilmente si dovrà pensare, in un’eventuale esperienza simile, di istituire un laboratorio che si occupi di documentare e pubblicare puntualmente lo stato dell’arte attraverso documentazione scritta e fotografica. Nel sito di “Scuola 21” si trovano alcune informazioni che sicuramente sono valide per chi vuole conoscere la Scuola ma per coinvolgere maggiormente i genitori probabilmente serviva qualcosa di diverso: un giornalino ?
L’attività è senz’altro impegnativa, però avrebbe potuto stimolare maggior interesse e consentito anche ad altri di intervenire apportando critiche e/o suggerimenti.
Detto questo però, non possiamo dimenticarci il nostro ruolo di genitori. E’ vero, ciascuno di noi ha impegni di ogni tipo sia lavorativo che personale o familiare e alcune volte trovare tempo è difficile.
Non voglio offendere nessuno, ma alcune volte questa mancanza di tempo diventa un alibi per dimenticarci di partecipare e farci coinvolgere nella vita dei nostri figli.
Voi direte: “come posso partecipare alla vita di mio figlio se riesco a vederlo pochi minuti al giorno e quando parlo il suo sguardo è rivolto al cielo o assente ?”
Questo atteggiamento penso sia dovuto al fatto che non sono abituati alla nostra partecipazione ma semplicemente ad essere incalzati con domande irritanti sull’andamento scolastico o a sorbirsi critiche (mamma mia come mi riconosco ….!).

Fatevi raccontare e scrivete quello che pensate. Il progetto non ha bisogno solo di elogi, ma anche di critiche (meglio se poche) per poter crescere e migliorare; l’intenzione di questa rubrica è appunto quella (come dice Maryline, la curatrice di ARO) di fare “dono” ad altri sia di quello che si è imparato, che di ciò che si è sbagliato. SCRIVETE !!!

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