Il bilinguismo, cioè l’apprendimento, la conoscenza e l’uso di due lingue diverse, è una realtà molto comune a causa del moltiplicarsi degli scambi politici, culturali, scientifici ed economici. E naturalmente per l’intensificarsi del fenomeno dell’immigrazione. Molti bambini oramai nascono addirittura fuori dal Paese e dalla cultura di origine dei genitori e si trovano a dover imparare due lingue.
Mamme e papà si domandano se sia dannoso per l’equilibrio psichico del bambino essere allevato in una famiglia bilingue o se si debba usare di preferenza la lingua materna o paterna. Secondo la celebre pediatra e psicanalista Françoise Dolto i genitori dovrebbero parlare tra loro entrambe le lingue alternativamente, ma sostiene di far frequentare al bambino tutta la scuola elementare nella stessa lingua per imparare a leggerla e scriverla bene. Esorta inoltre le madri a continuare ad usare con il bambino la propria lingua: “ E’ impossibile che una madre sia materna senza usare la propria lingua; se deve contraffare il suo parlare naturale, annacquandolo con una lingua non sua, non avrà più i sentimenti diretti ed intuitivi che una madre ha naturalmente per il proprio bambino”.
Bilinguismo e scuola
Contrariamente all’opinione secondo cui i bambini bilingue soffrirebbero di un ritardo scolare, sembra confermato da recenti studi che essi in molti casi presentano addirittura un’evoluzione mentale superiore a quella dei bambini non bilingue, beneficiando di maggiore agilità mentale e creatività . In effetti è vero che talvolta possono fare confusione tra le due lingue e ottengono cattivi risultati in ortografia. Ma questo si può evitare. Come? Secondo Rachel Cohen della Scuola Internazionale di Parigi occorre non insegnare due lingue simultaneamente; una lingua deve restare orale fino a che la lettura e l’insegnamento scritto dell’altra lingua non sono acquisiti. Il problema si pone se il bambino è molto piccolo ed è già impegnato ad imparare bene la propria lingua: i genitori dovranno aiutarlo perché ad un certo punto potrà smettere di parlarla per integrarsi nel nuovo ambiente. Dovranno continuare ad usarla con lui, pur cercando di introdurlo a quella nuova. All’esterno della famiglia, con gli amici, imparerà anche l’altra .
Dati 2010-2011 del Ministero dell’Istruzione e della Fondazione ISMU ( Iniziative e Studi sulla Multietnicità)
Gli alunni stranieri che frequentano le scuole italiane sono 711.000 (l’8% del totale). 263.600 sono nati in Italia (il 40% ) e 260.000 frequentano la scuola elementare ( il 35% del totale). La maggior parte risiedono in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e sono Romeni (126.462), Albanesi (99.205) e marocchini (92.542). Sono in crescita cinesi, moldavi e indiani. Le province che accolgono il maggior numero di alunni stranieri sono nell’ordine Milano, Roma, Torino , Brescia e Bergamo.
Nella Provincia di Bergamo gli alunni stranieri sono 20.961.
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