Mai nemici per la pelle!

“Mamma, perché quel signore ha gli occhi così”? “Perché quel signore è tutto ‘nero’?”

Domande normali per un bambino piccolo che vede per la prima volta persone con caratteri somatici a lui sconosciuti. La mamma risponde, senza addentrarsi in spiegazioni troppo difficili, che esistono individui diversi.
Non è invece normale che un bambino giudichi, insulti, picchi un altro bambino per il colore della sua pelle.
Eppure un bambino non nasce razzista, e non nasce con la certezza che la sua razza e la sua cultura siano superiori ad un’altra. Basta osservarlo quando gioca con altri bambini di razza diversa all’asilo o al parco fin dalla più tenera età.

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Il bambino impara il razzismo dagli adulti.

I genitori hanno il dovere di proteggere i loro figli da comportamenti che portino alla discriminazione razziale. Nella Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo redatto dalla Società delle Nazioni Unite nel primo dopoguerra già si leggeva: “Il fanciullo deve essere protetto contro le pratiche che possono portare alla discriminazione razziale, alla discriminazione religiosa e ad ogni altra forma di discriminazione. Deve essere educato in uno spirito di comprensione, di tolleranza, di amicizia tra i popoli, di pace e di fratellanza universale, e nella consapevolezza che deve consacrare le sue energie e la sua intelligenza al servizio dei propri simili.” (articolo 10)

Il documento, redatto nel 1924, si ispirava alla Carta dei Diritti del Bambino del 1923 scritta dalla fondatrice di Save the Children , Eglantyne Jebb.

Da allora sono passati molti anni, ma se ci guardiamo attorno, queste parole sembrano rimaste soltanto ideali. Da un’indagine tra gli adolescenti effettuata dall’Unicef in collaborazione con Lorein Consulting è emerso che il 54.1% dei ragazzi ha assistito a fenomeni di razzismo, il 22.2% li ha subìti in prima persona e il 61.5% li ha visti o subìti principalmente a scuola. Davvero sconfortante.

Come educare i nostri figli a non essere razzisti?

Quello del razzismo è un problema molto attuale e sentito ai giorni nostri, in una società oramai senza più confini geografici.

Occorre spiegare ai nostri figli fin da piccoli che ognuno di noi è un essere speciale nella sua originalità. Che diverso non è sinonimo di inferiore. Che diversi ed inferiori sono forse coloro che non sono in grado di apprezzare la straordinaria diversità del mondo e di coloro che lo abitano. E che molto spesso la diversità è una ricchezza come racconta nella sua prima fiaba la neo-scrittrice bergamasca: Laura Marinoni, nella favola “Il pony rosa” che volentieri vi invitiamo a leggere. In un mondo difficile ed intollerante come quello di oggi vale la pena secondo voi insegnare ai nostri figli a difendersi dai soprusi come ha fatto il papà del pony rosa oppure tollerarli soffrendo?

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“ Io come Tu – Mai Nemici per la Pelle” è il titolo di una grande campagna organizzata dal Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia in Italia contro le discriminazioni razziali dei bambini di origine straniera che vivono, studiano e crescono nel nostro Paese.

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