Auguste Rodin: il movimento nella scultura.

A Palazzo Reale, proprio in questo periodo, potrete ammirare le sculture di Rodin; 62 opere marmoree portate in Italia grazie alla collaborazione tra il Comune di Milano e il Musee Rodin.

Rodin: il marmo, la vita.  Milano,  16 ottobre 2013 –  26 gennaio 2014.

Auguste Rodin è considerato lo scultore più importante del secondo Ottocento. Con le sue opere “non finite” e in continuo movimento, venne paragonato ad un moderno Michelangelo, nonostante la sua vita non fu solo fatta di successi ma anzi, fu caratterizzata da molte critiche e rifiuti. Già da giovane studente non riuscì ad accedere all’École des Beaux Arts, l’accademia di arte più importante di Parigi: tentò di entrare per tre volte e per tutte e tre le volte fu respinto. Si iscrisse allora alla Petite École nel 1884, la scuola che dava la possibilità ai giovani in ristrettezze economiche, o a coloro che non erano riusciti ad accedere all’École des Beaux Arts, di studiare gratuitamente, e che si poneva l’obiettivo di formare futuri artigiani in grado di realizzare oggetti decorativi in serie.
Al termine degli studi Rodin lavorò molto per artigiani, gioiellieri, scalpellini: cercò di fare tesoro di tutto quello che poteva imparare e trascorse interi pomeriggi al Louvre copiando le statue dell’antichità classica e dedicandosi anche allo studio della natura. La vita artistica di Rodin era appena iniziata e ad essa purtroppo si associarono gli avvenimenti tragici della sua vita privata.

Un anno negativamente importante fu il 1862 quando morì la sorella Maria. Fu quello un avvenimento distruttivo nella vita dell’uomo Rodin, che portò Auguste a maturare la decisione di entrare nell’ordine dei frati agostiniani del Très-Saint-Sacrement, da cui comunque uscì l’anno successivo, resosi conto che le sue ambizioni erano ben altre.
Nel 1864 conobbe Rose Beuret, colei che sarebbe stata la sua compagna per tutta la vita. La storia d’amore tra i due fu segnata sin da subito da un fatto tragico: nel 1867 nacque il loro primo figlio, di cui Rodin fu molto orgoglioso per il talento che mostrava nel campo artistico; tuttavia, a causa di una caduta da una finestra, subì gravi lesini celebrali e finì la sua vita facendo lo straccivendolo.

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Mignon Rose Beuret

Si sposarono quarantatré anni più tardi, il 29 Gennaio 1917, e solo per garantire a Rose una sicurezza economica: Rodin era malato di emiplegia e la malattia stava peggiorando. Purtroppo morirono entrambi poco dopo: Rose il 14 Febbraio e Auguste il 17 Novembre.

Ma se il percorso umano fu doloroso, la vita dell’artista diede risultati soddisfacenti.

Nel 1876 Auguste Rodin compì finalmente il suo primo viaggio in Italia: da alcune lettere che spedì alla compagna sappiamo che rimase quattro giorni nella sagrestia nuova di S. Lorenzo ad ammirare le sculture di Michelangelo; si dedicò per tutto il soggiorno fiorentino allo studio dello scultore rinascimentale, tanto che in una lettera scrisse: “Non sarai sorpresa se ti dico che da quando sono giunto a Firenze dedico il mio tempo allo studio di Michelangelo, e credo che questo grande mago mi stia consegnando qualcuno dei suoi segreti..È in lui, e solo in lui, che si trova il segreto.”.

Tornato a Bruxelles, dove nel frattempo si era trasferito, terminò una statua che aveva iniziato prima di partire, a cui ovviamente diede delle caratteristiche michelangiolesche: si tratta dell’Età del Bronzo, rappresentazione di una figura umana sofferente, tanto espressiva da ricevere l’accusa di essere stata realizzata tramite un calco dal vero. Rodin la espose al Salon del 1877, e le agitazioni che si mossero attorno all’opera diedero in realtà allo scultore l’occasione di esporsi e ricevere anche i primi plausi.

Il primo riconoscimento concreto fu nel 1880: realizzò l’Età del Bronzo in metallo, che venne acquistata dallo Stato; e da qui iniziò la sua vera e propria ascesa.

Nello stesso anno ricevette la commissione per l’opera più importante della sua carriera, quella che lo tenne impegnato per la maggior parte della sua vita, tanto che lui stesso non la vide mai fusa in bronzo: la Porta dell’Inferno. L’idea prevedeva la costruzione del portale ornamentale per il Musée des Arts Décoratifs (dove oggi sorge il Musée d’Orsay), ma il lavoro si protrasse ben oltre i tre anni prestabiliti dal contratto, e di fatto la porta non venne fusa prima del 1928.
L’opera doveva rappresentare l’Inferno, il primo canto della Divina Commedia, e doveva contenere circa 200 personaggi. Non c’era un disegno preciso, Rodin non aveva un progetto prestabilito, e questo lavoro divenne un vero e proprio campo di sperimentazione privata. Da qui nacquero alcune opere che dovevano far parte della Porta ma che divennero, di fatto, sculture autonome: il Pensatore e il Bacio.

auguste_rodin_022_il_pensatore

Nel frattempo, nel 1883 Rodin conobbe in una scuola di disegno Camille Claudel, una ragazza di 18 anni di cui si innamorò perdutamente: tra i due la relazione andò avanti per circa 15 anni; e Camille, che dimostròò sin da subito un forte talento come scultrice, entrò come assistente nello studio di Auguste l’anno seguente.

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Camille Claudel

Circa una decina di anni dopo sorsero tra i due le prime difficoltà; i sentimenti erano sinceri, ma le difficoltà da sostenere erano troppe: Camille era estremamente gelosa di Rose, ed era anche pienamente consapevole del suo talento, tanto da pensare che Rodin si volesse appropriare di alcune sue idee, fino a temere addirittura un complotto contro di lei. Nel 1898 si ruppe definitivamente la relazione, e nel 1913 Camille verrà internata per volontà della famiglia in un ospedale psichiatrico.

Nonostante sulle commissioni pubbliche, che costituiscono la vera fonte di guadagno per uno scultore, Rodin non ebbe mai troppo successo, arrivò anche il riconoscimento internazionale: nel 1900 il danese Carl Jacobsen, fondatore della birra Carlsberg, ordinò allo scultore la copia di ben 35 opere, ora esposte alla Ny Carlsberg Glyptotech di Copenaghen.

Nel 1904 a Londra, dove Rodin era ormai considerato un’istituzione, conobbe Claire Coudert: più giovane di 25 anni. Di lei si dice che cercò in tutti i modi di diventare l’unica erede del suo patrimonio, ben consapevole che all’epoca lo scultore non aveva ancora sposato Rose, la compagna ufficiale. Claire rappresentò tuttavia per l’artista una grande opportunità; grazie a lei infatti le sue opere arrivarono in America e furono vendute a prezzi addirittura più alti che in Europa, fino a raggiungere i 35.000 franchi.
Anche nel nostro paese Rodin godette di un discreto successo: nei primo anni del 900 si recò più volte in viaggio in Italia; partecipò più volte alla Biennale, tra il 1911 e il 1912 espose la sua opera Uomo che cammina nel cortile di Palazzo Farnese per l’ambasciata francese a Roma, e nel 1915 si recò di nuovo a Roma per ritrarre papa Benedetto XV.

Iniziò la guerra, e Rodin, insieme e Rose e Judith Cladel, l’amica che fece in modo di salvaguardare il patrimonio dell’artista da quelle donne che, vista la condizione di salute sempre più cagionevole di Auguste, attirate dall’enorme fonte di guadagno che rappresentava tale eredità, tentarono di impossessarsene. Judith cercò in tutti i modi di costituire un museo a lui dedicato, che venne fondato nel dicembre 1916 col nome di Musée Rodin. Per volontà dell’artista si ottenne che le opere in gesso rimaste nell’atelier potessero essere fuse in bronzo, ma solo nel 1978 si stabilì che tali fusioni non dovevano superare le 12 copie, per garantire un margine di unicità alle opere stesse.

Rodin si oppose per tutto l’arco della sua vita a quella disciplina accademica che voleva rifarsi solamente all’ideale classico. Egli ritrasse la natura e il vero, scandalizzò con le sue opere che mostravano il lato addirittura crudo della veridicià umana; tuttavia,non si limitò alla sola riproduzione della realtà, richiamandosi sempre a Michelangelo e conferendo quindi un senso più alto alle sue sculture.

Per ulteriori dettagli sulla mostra: http://www.lascatoladelleidee.it/calendario-eventi/

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