Uscite dvd: A Venezia, un dicembre rosso shocking (1973) di Nicolas Roeg

Intorno al film

Grandiosa uscita in dvd per la Pulp Video, che distribuisce per la prima volta in Italia il celebre capolavoro di Nicolas Roeg A Venezia…un dicembre rosso shocking (Don’t look now, 1973): da uno dei più talentuosi e visionari registi britannici (Sadismo, L’uomo che cadde sulla Terra, Mille pezzi di un delirio e molti altri), un appassionante thriller d’autore frutto di una co-produzione fra Inghilterra e Italia. Tratto dal racconto Non dopo mezzanotte della scrittrice inglese Daphne Du Maurier, rappresenta un felice punto d’incontro fra “cinema di genere” e “cinema d’autore”: un thriller parapsicologico in cui momenti di suspense agghiacciante si alternano al dramma umano dei protagonisti, con una confezione estetica estremamente raffinata.

venezia

La vicenda

I coniugi inglesi John e Laura Baxter (Donald Sutherland e Julie Christie), dopo aver perso la loro bambina, annegata nel laghetto sotto casa, si trasferiscono a Venezia per lavoro: il marito è infatti un restauratore di opere d’arte, incaricato di ristrutturare un’antica chiesa nella città lagunare. Laura conosce casualmente due anziane sorelle, una delle quali è una sensitiva cieca che afferma di “vedere” la sua bambina, proprio con l’impermeabile rosso che indossava al momento della morte. La rivelazione sconvolge il già precario equilibrio psichico della coppia. Nel frattempo, la città è terrorizzata dagli omicidi compiuti da un serial killer, e John intravede sul luogo di un delitto proprio una figura bassa vestita di rosso.

Narrazione e stile

Protagonista indiscussa di A Venezia…un dicembre rosso shocking è proprio l’affascinante e misteriosa città lagunare, dove è ambientato quasi tutto il film (ad eccezione del prologo e di alcune brevi sequenze, girate in Inghilterra). Venezia – con le sue nebbie e i suoi segreti, le calli e i palazzi antichi – è una location ideale per il cinema del brivido, che vi ha realizzato eccellenti thriller come questo ma anche Anima persa, Chi l’ha vista morire?, Solamente nero e altrettanto suggestivi horror (Nosferatu a Venezia, Nero veneziano).

Il titolo italiano, che stravolge l’originale Don’t look now e per questo è sovente criticato, è in realtà più suggestivo e azzeccato di quanto possa sembrare, visto che il colore rosso e lo shock sono i leit-motiv della vicenda. Rosso è l’impermeabile della piccola Christine, il cappotto dell’assassino, rosse sono le macchie che compaiono sulla diapositiva e che spesso ritornano nel film, rossi sono alcuni dettagli (come i berretti in primo piano) che compaiono in varie inquadrature quasi fosse un dipinto impressionista. “Impressionista” è proprio il termine che – a chi scrive – viene più spontaneo per indicare lo stile di questo angosciante thriller: la regia, coadiuvata da un grande lavoro di montaggio, mette in scena una serie di “pennellate” visive, un insieme omogeneo di “impressioni” (colori, inquadrature, immagini) che conducono lo spettatore in questo viaggio da incubo attraverso le minacciose calli veneziane, fra misteri da risolvere e percezioni extrasensoriali.

In Don’t look now la paura è sempre dietro l’angolo, non ha bisogno di sangue o effetti speciali per entrare in scena: la paura è nel volto della sensitiva cieca che “vede” la bambina, nella sadica risata delle due misteriose sorelle, nella loro camera decorata con immagini di defunti, nell’agghiacciante volto dell’assassino; Venezia è pervasa da un senso di inquietudine opprimente come poche altre volte nel cinema: un urlo nella notte, una finestra che si spalanca sul vuoto, una figura vestita di rosso che si dilegua nel nulla, una statua di pietra che guarda minacciosa, figure misteriose che si muovono per le stradine, cadaveri ripescati dall’acqua, un palazzo avvolto nella nebbia. Questa è la Venezia che Roeg dipinge magistralmente nel film.

Ricerca estetica e solidità narrativa sono abilmente intrecciate, trama e atmosfera rivestono la stessa importanza. La vicenda, appassionante e magistralmente sceneggiata da Alan Scott e Chris Bryant, viaggia tenendo lo spettatore sulla sottile linea che separa il razionale dall’irrazionale, mescolando la storia più squisitamente gialla (il serial killer) col dramma umano e parapsicologico della coppia, fino all’indimenticabile e drammatica conclusione. Nicolas Roeg è un vero artista del cinema, come dimostra l’ottima confezione estetica. Anthony Richmond cura la raffinata fotografia, improntata – come si è detto – a uno stile “impressionista” con la frequente insistenza sul colore rosso. Le splendide location sono valorizzate anche dalle raffinate inquadrature, come l’alternanza fra dettagli e campi lunghi e le mirabili soggettive (vedasi la scena di Sutherland sospeso nel vuoto all’interno della chiesa). Originalissimo anche il montaggio, a cura di Graeme Clifford: l’uso accorto del montaggio alternato e di accostamenti paratattici di immagini raggiungono lo zenit nel finale, quando il protagonista (e con lui lo spettatore) rivive in flashback i principali eventi e immagini della complessa vicenda.

Donald Sutherland e Julie Christie (la celebre Lara del Dottor Zivago) offrono una superba prova attoriale, immedesimandosi con tutta la sofferenza e l’inquietudine del caso nei due personaggi, che risultano di grande spessore e con un’ottima caratterizzazione psicologica. La partecipazione italiana nella produzione, fondamentale innanzitutto per le location, è testimoniata pure dalla presenza nel cast del grande Massimo Serato (il vescovo) e di alcuni caratteristi come Renato Scarpa, Leopoldo Trieste e Giorgio Trestini. Perfetti anche i volti di Hilary Mason e Clelia Matania per le due anziane e inquietanti sorelle.

La colonna sonora

La colonna sonora è affidata a Pino Donaggio, celebre musicista italiano che ha esordito come cantautore per poi dedicarsi alla composizione di musiche per film (il suo esordio nel cinema avviene proprio con quest’opera). Le melodie di Don’t look now si possono definire “barocche”, per l’espressione di un gusto altisonante che richiama le musiche settecentesche (di cui Venezia fu una grande fucina creativa): un insieme di bellissime armonie sinuose – a volte malinconiche, altre volte maestose e inquietanti – realizzate con un’alternanza fra orchestra, archi stridenti e delicati assoli di pianoforte. È l’accompagnamento perfetto che completa il quadro “impressionista” dipinto da Roeg.

Davide Comotti
Contatto: davidecomotti85@gmail.com

Dello stesso autore:

Cani arrabbiati (1974), il feroce noir di Mario Bava

Nosferatu a Venezia (1988) di Augusto Caminito, un gioiello del nostro cinema ambientato fra le nebbie e i misteri della Laguna, in DVD per la prima volta in Italia.

Cha cha cha (2013) di Marco Risi, un affascinante noir sullo sfondo di una Roma torbida e violenta

Famiglia, crimine e vendetta nel nuovo attesissimo noir di Nicolas Winding Refn, Solo Dio perdona (2013)

 

L’esordio di Zarantonello: The Butterfly room (2013).

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *