Tablet mania

L’uso delle nuove tecnologie ha provocato un radicale cambiamento nel nostro stile di vita e in quello dei nostri figli. Studiosi e genitori, appaiono divisi su come gestirne l’utilizzo da parte dei bambini.
Per quanto riguarda i tablet per esempio, nelle famiglie si va dal divieto assoluto di utilizzarli, al loro uso come baby sitter elettroniche a casa e in viaggio o al ristorante, oppure più ragionevolmente, a favorirne un uso controllato.

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Ciò che non è stato ancora bene valutato dagli studiosi è se l’uso dei tablet, lanciati sul mercato solo nel 2010, possa essere considerato uno strumento educativo, anche se sembra, forse a ragion veduta, che possa stimolare la creatività e la fantasia aumentando il coordinamento motorio e spaziale, la prontezza dei riflessi e la capacità di pianificazione. In effetti, esistono migliaia di applicazioni per disegnare, per giocare con i suoni, per giocare con gli amici o con i genitori, così come abbecedari o applicazioni sui numeri ispirate al metodo Montessori. Ma chissà se la famosa pedagogista approverebbe?!

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I primi segnali di allarme arrivano dal mondo medico. Secondo uno studio recente dell’Università di Albertawe Bro Morgannwg (Galles) molti bambini e adolescenti soffrono di mal di schiena e di dolori al collo dovuti a posture innaturali per l’uso di questi strumenti. In effetti, i ragazzi di oggi sembrano dedicare molto meno tempo che in passato allo sport e alle attività all’aria aperta dopo l’orario scolastico. Ciò nonostante, in diverse scuole nel mondo (nel Maine sono stati stanziati 200.000 dollari per l’acquisto di Ipad per un asilo), se ne sta sperimentando l’uso. Come nel nostro paese già da alcuni anni del resto, presso il liceo Filippo Lussana di Bergamo; per citarne uno.

Un altro allarme viene dagli psichiatri. Un cattivo utilizzo o un utilizzo esagerato fin dall’infanzia delle nuove tecnologie potrebbe portare secondo Danielle Marcelli, primario del servizio di Psichiatria Infantile del CHU di Poitiers, a un successivo abuso in età preadolescenziale e adolescenziale, rendendo i ragazzi iperconnessi sempre più nervosi, concentrati su se stessi, apatici, e in alcuni casi anche violenti (Vedi l’articolo “Disconnettiti” pubblicato in questa stessa rubrica a settembre).

L’attaccamento a questi strumenti, dunque, con la loro velocità di applicazione superiore all’attività cerebrale avrebbe un influsso ‘eccitante’, talvolta benefico e utile e anche stimolante sotto molti punti di vista, ma con dei grossi limiti se poi diventasse una dipendenza.

Secondo Giuseppe Riva, docente di psicologia e nuovi media presso l’università Cattolica di Milano: “Quando i bambini avevano a disposizione solo il computer dove era previsto l’utilizzo di un mouse ed erano necessarie nozioni linguistiche di base c’era un’interazione diversa tra il bambino e il mezzo digitale. Ora l’impatto tra cervello e psiche si è profondamente modificato. I piccoli utenti sono meno disposti ad accettare la frustrazione che consegue a una tecnologia non immediatamente fruibile. Sono diventati meno duttili e la dimensione del ‘qui e ora’ può limitare la loro capacità di astrazione”.

Anche la gestione del tempo che il bambino/ragazzo ha a disposizione può diventare più complessa perché isolandosi con il tablet perde di vista le cose più importanti come per esempio lo studio od altre attività. Come sempre la verità sta nel giusto mezzo. Accompagnare con intelligenza i bambini nel mondo digitale, informandoli dei pericoli e dei limiti che esso rappresenta può essere la soluzione, a patto di far conoscere loro anche il mondo vero..

Bibliografia:

1) M. Facci, S.Valorzi, M.Berti: “ Essere genitori ai tempi di smartphone e tablet”, Collana capire con il cuore, 2013.
2) M.Rufo, S.Hefez, P.Jeammet, D.Marcelli M.Valleur, P. Huerre: “Les nouveau ados, comme vivre avec?”, sous la direction de Brigitte Canuel, Editions poche Marabout, Paris Cedex , 2013
3) P.Ferri: “Nativi digitali”, B. Mondadori, 2011
4) H.Rheingold: “Perche la rete ci rende intelligenti?” Cortina Raffaello, 2013

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